Ian Rankin nasce in Scozia nel 1960. Dopo aver svolto i lavori più disparati, dal vendemmiatore al porcaro, al tassista, nel 1987 pubblica Cerchi e Croci, il primo romanzo che ha Rebus come protagonista. Nel corso degli anni è stato insignito di numerosi premi, tra cui il Grand Prix du Roman Noir, l’Edgar Award e il Deutsche Krimipreis.
Disponibile in libreria dal 5 novembre il suo romanzo “La casa delle bugie”, edito da Rizzoli, di cui vi riportiamo la sinossi:
John Rebus è in pensione da un pezzo, ma la sua memoria no. Per questo, quando si diffonde la notizia che nei boschi di Edimburgo quattro ragazzini hanno trovato un cadavere dentro un’auto, lui sa già che si tratta di una Polo rossa e che il corpo appartiene a Stuart Bloom. Ha le manette ai piedi, ed è evidentemente morto da tempo. La sua scomparsa, in effetti, risale a dieci anni prima, quando le ricerche della polizia si erano risolte in un nulla di fatto. Rebus ricorda bene quella storia: la rabbia della famiglia Bloom, le accuse di corruzione piovute sulla sua squadra… Certi casi, lui lo sa, ti seguono fino alla tomba. Però all’epoca quella zona era stata perlustrata a fondo, “decine di uomini, centinaia di ore”. Perché solo ora il ritrovamento?La detective Siobhan Clarke, oggi alla guida del caso, cammina su un filo di seta; l’indagine precedente ha lasciato dietro di sé troppi punti oscuri, un magma denso di bugie e di segreti insabbiati. E dato che a condurla c’era anche John Rebus, vecchio amico di Clarke e discussa leggenda della polizia scozzese, mettersi ora a scavare nel passato è quasi un azzardo.Ancora una volta Ian Rankin costruisce con grande abilità un impianto narrativo complesso, una casa degli specchi che confonde e disorienta il lettore, un teatro delle ombre al cui centro c’è di nuovo lui, John Rebus, chiuso in un bozzolo di scetticismo e nostalgia, ora tormentato dalla vecchiaia. Ma sempre unico e dolorosamente umano.