Editore SEM
Anno 2019
Genere Thriller
430 pagine – brossura e epub
Criminalità, camorra, toghe corrotte, avvocati borderline, e ancora ricatti, sporchi interessi e angoli oscuri della società dove delinquere è l’abitudine e mai l’eccezione, in una Napoli dove il braccio di ferro tra mafia e Stato è talmente antico da non fare più neppure notizia. L’inflazionata questione meridionale, l’abusato tema del Mezzogiorno italiano non può e non potrà mai prescindere da quanto si consuma nei vicoli e nei palazzi del potere di questa parte della penisola. E tutte le discussioni sul migliorare la sanità, la scuola, la sicurezza sul lavoro sono superflue quanto cercare di prendere l’acqua del mare con scolapasta se non si annienta prima e in modo definitivo la criminalità. E quella dei grandi interessi e quella minuta che manda a delinquere per strada bambini senza futuro.
Gli illegali proprio per questo è un romanzo crudo, scarno, solido, che non lascia spazio alle riflessioni perché l’autore travolge il lettore fin dalle prime pagine costruendo una trama fittissima dai capitoli brevi, dove la risoluzione o le teorie sulla conclusione o sui personaggi si spostano di continuo per mantenere la giusta sospensione fino alla fine. Ed è bene che questa narrazione sia stata maneggiata e costruita da uno bravo e con l’esperienza di Piernicola Silvis, perché solo lui poteva essere in grado di trasformare in un grande thriller una trama di fondo abbastanza abusata, che parla di magistrati corrotti e di criminali potenti. La storia si dipana sull’uccisione, abbastanza cruenta, di un ex magistrato, Raffaele Esposito, ucciso con affilati e letali cocci di una bottiglia di birra che gli hanno reciso la giugulare. L’assassinio è avvenuto a Napoli e le circostanze dello stesso appaiono fin dal subito molto confuse. Esposito, infatti, se da una parte godeva di una certa rispettabilità come ex servitore della nazione, dall’altra la sua condotta, affatto poco chiara, tenuta negli anni di Piombo e con alcuni esponenti del potere romano di quel periodo, non lo rendono proprio al di sopra di ogni sospetto. E come se non bastasse, l’ex magistrato aveva dichiarato, da poco, di volere pubblicare segretissimi documenti che avrebbero fatto tremare più di un alto esponente dello Stato. E quindi, chi voleva la morte di Esposito?
La bellezza di questo thriller poggia sulle indubbie doti narrative di Silvis, già accennate di sopra, ma anche e soprattutto perché ne Gli illegali i lettori possono ritrovare l’amatissimo Gianlorenzo Bruni, che con la sua squadra, regge da solo l’intero mood del romanzo. Bruni non è un semplice investigatore e non è un semplice poliziotto. Lui è la quintessenza di come deve essere il protagonista di un thriller. Attraverso la sua figura passa l’azione e la suspense, il ragionamento critico e la condotta, le défaillance dell’animo umano e la determinazione di chi è costretto, dal ruolo che si è scelto, ad andare fino in fondo anche quando andare fino in fondo è complicato e pericoloso. L’ex Alto dirigente della Polizia di Stato che, mai smetterà di dimorare nel cuore di Silvis, è la voce narrante di un romanzo che si snoda tra il male e il riscatto della società, tra l’essere consapevoli che la corruzione lambisce chiunque e qualsiasi ambiente e la forza di chi preferisce sempre potersi guardare allo specchio con l’animo mondo. E se il prezzo dell’essere onesti passa attraverso la solitudine dei numeri primi allora lunga vita a Gianlorenzo Bruni.
Antonia del Sambro
Lo scrittore:
Piernicola Silvis di origini foggiane e una lunga esperienza nella Polizia di Stato, ha esordito in narrativa nel 2006, con il romanzo Un assassino qualunque (Fazi), seguito da L’ultimo indizio (Fazi 2008). Tra gli altri suoi romanzi: Gli anni nascosti (Cairo 2010), e poi quelli pubblicati con l’editore SEM: Formicae nel 2017, La lupa nel 2018, Gli illegali 2019.