Francesca Violi – Sulla riva

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Editore Elliot / Collana Scatti
Anno 2020
Genere Thriller
205 pagine – brossura e epub


“Fu proprio un coglione a scappare via quella volta. Avrebbe dovuto spaccare la faccia al pezzo di merda! Prendere il vassoio d’acciaio al bancone e darglielo di taglio sul naso, sui denti! Fino a ridurgli la faccia in poltiglia.”

È facile innamorarsi degli eroi. Degli sbirri solitari e tenebrosi. Degli investigatori solitari e determinati. Molto più difficile è amare personaggi che fuggono dalle proprie responsabilità, rancorosi contro il mondo e i propri familiari, incapaci di non fare della propria esistenza una lunga e sfiancante tragedia.
Eppure in questo romanzo Francesca Violi, al suo esordio letterario, rompe lo schema del protagonista perfetto per puntare tutto su un personaggio difficile, estremo, egoista, confuso lui per primo. Il risultato è thriller di grande impatto emotivo che spiazza il lettore, ma che lo costringe anche ad andare avanti, perché l’evoluzione di un essere umano è sempre qualcosa di accattivante, soprattutto se la stessa si consuma sotto ai nostri occhi pagina dopo pagina.
Sulla riva comincia come una narrazione di rapporti familiari. Due fratellastri che per natura e destino vivono esistenze differenti. Uno Nicola, cresciuto senza un padre e con poche o nulla possibilità personali ed economiche.
L’altro, Mauro, con una famiglia unita fin da piccolo, una buona carriera scolastica e una nuova e perfetta famiglia da adulto. Una dicotomia che dovrebbe tenere i due fratelli distanti tra loro e distinguerli in maniera netta l’uno dall’altro.

Invece i due fratelli, da piccoli, si incontrano sulle rive del fiume Melemma, in quella parte della provincia veneta meno conosciuta a i più. Nicola e Mauro. Che si amano e di destano con uguale intensità. Che sono complici e antagonisti allo stesso tempo. Qui da ragazzi i due fratelli compiono, per vendetta contro una ragazza, un gesto ignobile. Un gesto che li allontanerà e li terra comunque uniti in qualche modo nel tempo.
Mauro crescendo, però, sembra avere confermato la sua buona stella e ha quasi una vita invidiabile. Nicola no. Ha una grave malattia che lo fa necessitare di un trapianto, ha abbandonato la sua compagna incinta perché si è spaventato all’idea di diventare padre, ha un passato di dipendenza che lo ha segnato in maniera profonda.
Poi nella vita di Nicola arriva il trapianto e lui diventa un uomo nuovo. Quella persona che sarebbe potuta diventare fin da ragazzo se la vita fosse stata più clemente e misericordiosa con lui. E allora da uomo adulto ritorna sulla riva del fiume Melemma, un posto che sembra ancora custodire molteplici segreti, l’indecifrabile suicidio di una donna e misteri familiari che includono il riavvicinamento con il fratello, legato ancora una volta a lui da un Fato derisore.

Per essere un romanzo di esordio c’è davvero tanta carne al fuoco. Una struttura narrativa in flashback. Una tela di rapporti familiari complessi. Un uomo che non riesce a essere al meglio un figlio e quindi incapace di diventare anche un padre. Una dipendenza da sconfiggere. Una esistenza da riprendersi con un miracoloso trapianto. Tutto comincia e finisce con la figura del protagonista che incarna, in realtà, le varie fasi della vita che in qualche modo colpiscono tutti. È difficile, quindi, biasimare davvero le esplosioni di violenza di Nicola, il suo bisogno di solitudine e allontanamento anche dagli affetti più importanti, la sua volontà di riscatto, il suo bisogno di giustizia e verità, anche raggiunto con sacrificio.
È ovvio che per un personaggio così complesso non basta solo una trama efficace. C’è bisogno di creargli attorno delle figure altrettanto efficaci, e l’autrice lo fa. L’unica pecca che commette, forse, è proprio questa. Per il desiderio di contrapposizione netta dà vita a una carrellata di figure femminili tutte positive, comprensive, pronte al perdono. E forse non comprende, lei per prima, fino in fondo, quanto il suo protagonista non ne abbia sul serio bisogno.
Nicola è un antieroe che viene accettato da chi legge perché ha fobie e malesseri umani, comuni, in qualche modo comprensibili. Il difficile mestiere di vivere accomuna tutti. Accettarlo è l’unico modo per non soccombere.

Antonia del Sambro


La scrittrice:
Francesca Violi è nata a Reggio Emilia nel 1973, ha lavorato come architetto a Milano e ora vive in provincia di Treviso, lungo un fiume molto simile a quello che ha raccontato nel libro. Sulla riva è il suo romanzo d’esordio.