Giorgio Scerbanenco – Luna di miele

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Editore La Nave di Teseo / Collana Oceani
Anno 2018
Genere noir
174 pagine – brossura e epub


Don Paolo, parroco in un paesino, si è recato in città per una visita medica. Al termine di questa, entra in un bar prima di far ritorno a casa e qui s’imbatte in Alberto, un suo ex parrocchiano di cui aveva celebrato il matrimonio con la giovane Lena, nove anni prima. Da allora si erano visti sporadicamente, soprattutto aveva incontrato la moglie e non lui, e ora che se lo ritrova davanti gli sembra strano. Reticente non solo a parlargli ma persino a incontrare il suo sguardo. Trasandato, con il pensiero rivolto altrove e preda di un tormento, di una sofferenza che lo rendono incurante al giudizio degli altri.
Don Paolo decide di rispettare questa sua tendenza all’isolamento ma appena uscito dal locale, vittima della sua fervente immaginazione e di una forte curiosità, decide di recarsi da Lena, per sincerarsi che tutto vada bene. Giunto a casa della coppia, la porta non è chiusa. Dentro il silenzio avvolge ogni cosa tra luci ed ombre in un’atmosfera gravata dal sospetto. Avanza. Stanza dopo stanza. Fino a giungere nella loro camera, dove ai piedi del letto, c’è il corpo di Lena, morta per strangolamento.
Don Paolo chiama la polizia e dopo aver reso testimonianza, nella sua mente si è fatto un’idea di come siano andate le cose ed essendo a conoscenza di un segreto che lega Alberto ad un’altra persona, Eva, con la quale era fidanzato quando erano ragazzi, si mette sulle tracce di questi arrivando a seguirli in una fuga dove la speranza sembra una terra lontana alla quale sia impossibile approdare.

“Non c’è domani. Eppure doveva esserci. Appunto perché tutto era perduto,
anche le soluzioni più disparate si potevano tentare.”

“Luna di miele” è un romanzo che Giorgio Scerbanenco ha scritto nel 1944 mentre era in un campo di prigionia a Coira, in Svizzera, pubblicato per la prima e unica volta nel 1945, fino all’attuale edizione a cura de La Nave di Teseo di cui la figlia Cecilia sta curando ogni uscita.
Dal primo momento in cui lessi questo autore capii che il suo modo di raccontare la realtà, seppur lontana dal nostro presente, lasciava una profonda eco in me. A ogni suo romanzo che leggo scopro di adorarlo sempre più.
In Luna di miele, per esempio, lascia che sia il parroco a narrare in prima persona una vicenda a lui estranea, a cui assiste in parte ma di cui spesso ci racconta immaginando quali siano le azioni dei personaggi coinvolti mettendo in luce come il male alberghi nelle persone comuni e di come basti alimentarlo con tenacia per poi esplodere distruggendo ogni fittizia impalcatura.
La storia quindi si sviluppa attraverso lo sguardo di Don Paolo, non sfuggendo al suo giudizio che cerca di tenersi in equilibrio tra la propria visione rigida di uomo di chiesa e il tentativo di immedesimarsi nella quotidianità delle persone comuni tra passioni e tormenti. Alberto, un uomo tanto possente fisicamente quanto debole, che si è lasciato ingannare in passato ma che si è impegnato ugualmente per cercare di far funzionare una situazione che invece lo ha consumato poco a poco. Lena, che ha agito per invidia e per vendetta, che non ha accettato la verità cercando di piegarla a suo favore rimanendone invece spezzata. Eva, che ha saputo restare in silenzio per anni, rinunciando a rivendicare ciò che era suo per poi abbandonarcisi disposta a perdere tutto persino se stessa.
Un romanzo intenso, potente che dobbiamo pensare in relazione all’epoca in cui è stato scritto, dalla quale emerge con forza la volontà dell’autore di lasciar affiorare un’immoralità capace di spronare chi legge a comprendere cosa può esplodere in chi si trova a sopportare, ma anche solo a vedere il male.
Ho amato questo romanzo di Scerbanenco, un autore che consiglio di leggere per il modo in cui sa addentrarsi nella vita dei suoi personaggi, dando loro un timbro di voce che è destinato a farsi ricordare negli animi più sensibili con il ritmo e la cadenza di un’onda che ritorna.
Qui ho trovato l’energia che scaturisce da una fervida immaginazione. L’abilità nel sopportare, nel resistere. Il sacrificio di anni che in un istante vengono spazzati via dalla necessità di soddisfare il desiderio nutrito in silenzio. La certezza che il non avere più speranza alcuna, e un domani al quale rivolgersi, renda capaci di tutto. L’importanza che assume lo spirito a dispetto della validità e della credibilità dei fatti.

“Ma quanto è facile all’anima nostra sbagliare, credere legge di Dio ciò che è soltanto nostro desidero.”

Federica Politi


Lo scrittore:
Giorgio Scerbanenco (1911-1969), nato a Kiev, cresce a Roma ma ancora adolescente si stabilisce a Milano. Negli anni ’30 approda nell’editoria come collaboratore alla Rizzoli e in seguito come caporedattore dei periodici Mondadori, per tornare in Rizzoli nel dopoguerra come direttore dei periodici femminili. Collabora con i maggiori quotidiani e riviste dell’epoca, tra cui il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta del popolo”, “il Resto del Carlino” e “Novella”. Scrittore prolifico, ha sperimentato tutti i generi della narrativa ed è riconosciuto come uno dei maestri del giallo italiano, consacrato dal successo della serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti e dall’assegnazione del Grand Prix de littérature policière nel 1968. Tra i suoi libri ricordiamo Venere privata, Traditori di tutti, Milano calibro 9, I milanesi ammazzano al sabato, Ladro contro assassino. Tutta la sua opera è in corso di pubblicazione presso La nave di Teseo.