Louise Doughty – Binario Sette

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Editore Bollati Boringhieri / Collana Varianti
Anno 2020
Genere Thriller
450 pagine – brossura e epub
Traduzione di Manuela Faimali


“Qual è il punto in cui un essere umano smette di essere un essere umano e diventa una cosa?”
“Quando non hai un corpo, il tempo non è più uniforme o coerente: si allunga e si piega, si piega su se stesso. ”
Sono le quattro del mattino nella stazione di Peterborough, il silenzio è rotto dal lento stridio di un treno merci. Nessuno si accorge quando un uomo entra nella stazione e si dirige verso il binario sette. Nessuno tranne Lisa Evans, che è morta. Lisa diventa una narratrice invisibile, che osserva l’aspetto di un uomo anziano seduto su una panchina all’estremità del binario sette. Sa cosa sta pensando l’uomo, ma non è in grado di salvarlo quando quest’ultimo si lascia cadere sui binari. Ciò che segue è un resoconto delle conseguenze del suicidio di quest’uomo mentre vari membri del personale cercano di affrontare l’accaduto. C’è una descrizione seriamente cupa della squadra di pulizia che rimuove i pezzi del corpo dalla linea ferroviaria. Questa è la seconda morte sulla piattaforma Seven in diciotto mesi e si scopre che Lisa è stata la prima delle due persone morte.

Ecco il mondo del decimo romanzo di Louise Doughty. Un intrigante mix di thriller psicologico e storia di fantasmi, una storia snervante che segue due suicidi e l’impatto che hanno avuto non solo sulla famiglia e sugli amici delle vittime, ma su tutte le persone coinvolte, incluso il personale di stazione, la polizia e i professionisti medici.
Attraverso il fantasma di Lisa Evans, seguiamo alcuni membri del personale notturno nella loro vita quotidiana. Lisa è in qualche modo in grado di dire cosa provano e pensano queste persone, e c’è un senso di calma rassegnazione nelle persone che osserva. Lisa è uno spettro invisibile e silenzioso, nient’altro che coscienza impassibile e intangibile.
Ma ha comunque un passato, una vita di insegnante terminata tragicamente a 36 anni.
È a questo punto che c’è la sterzata violenta del libro, dove si verifica il passaggio tra una storia di fantasmi e la storia di una relazione violenta piuttosto sconvolgente. Una descrizione dettagliata, angosciante, frustrante, del rapporto tra Lisa e il suo ragazzo Matty. Una relazione basato su un controllo coercitivo di quest’ultimo su Lisa fino ad anullarne l’identità.

Dunque, il soprannaturale di facciata, per quanto poetico nella sua irrimediabile e voluta lentezza, lascia spazio a una storia di violenza psicologica. Un cambio di binario repentino che nutre una storia emotiva, un ritratto claustrofobico che ruota attorno a due suicidi sul binario sette della stazione di Peterborough.
In definitiva, nel contesto della vita di tutti i giorni, delle conversazioni e dell’ordinarietà della frenetica stazione di Peterborough, apprendiamo le ripercussioni dei suicidi sul personale della stazione e apprendiamo della relazione inquietante di Lisa con il dott. Matthew Goodison. Siamo di fronte quindi, a una lettura compulsiva, con una caratterizzazione vibrante, sensibile nel suo approccio ai problemi emotivamente sconvolgenti. La scrittura tocca tragedie, dolore, amore, odio, perdita, sofferenza e drammaticità domestica senza mai incidere per il gusto di farlo, ma per necessità di narrazione.

Nonostante tutto questo però, alla fine il ritmo della storia risulta piuttosto irregolare.
Nel complesso, l’idea si è dimostrata migliore dell’esecuzione. Ci sono troppe scene che si perdono in una narrazione minuziosamente ridondante o in digressioni che aggiungono ben poco alla storia generale.
Lo srotolamento della matassa-mistero si svolge piuttosto lentamente, quasi una continua attesa di una fermata che non arriverà mai.
L’espediente narrativo della soggettiva del fantasma, richiama fortemente al film “Amabili resti” di Peter Jackson e, prendendo spunto proprio da quella pellicola, con una citazione della protagonista, Susie Salmon, si potrebbe tranquillamente affermare che “Binario Sette” è la storia di una vita. E di tutto quello che venne dopo…
La storia che per un terzo del libro vede Lisa intrappolata nella stazione,con l’unica possibilità di poter osservare tutto quello che accade sul binario sette e nella stazione. Una sorta di limbo, in attesa di un Paradiso ancora da obliterare.
Un fantasma partecipe in maniera passiva, senza alcuna capacità di intervento, che è costretto ad assistere alla morte e alla vita nello stretto spazio di un binario che insieme ai treni, porta anche indietro una vita che Lisa a dimenticato, che forse non vuole ricordare, perché il troppo dolore fa male anche ai fantasmi, che vivono di una coscienza riflessa, ricavata da una fine violenta, risorta da un’amnesia di protezione.

Per questa ragione, per come è concepito l’intero plot narrativo, stride non poco un finale troppo sentimentale per quella che è, essenzialmente, una storia tragica. Un libro quindi con molti chiaro scuri, comunque assistito da una scrittura eccellente, da una discreta caratterizzazione, con una buona predisposizione per i dialoghi e i punti di snodo.
Sarebbe stato più appropriato un cambio di binario meno brusco e più ponderato, anche se il tempo per un fantasma è soltanto un’estensione di oltre, dunque di un indefinito e intangibile, muto e solitario, proprio come un’attesa a tarda notte su un binario sette.

Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini


La scrittrice:
Louise Doughty, pluripremiata autrice di romanzi e drammi radiofonici, è critico letterario per numerosi giornali internazionali e per la BBC. Ha scritto dieci romanzi, dei quali, oltre a Binario Sette, Bollati Boringhieri ha pubblicato Nel nome di mia figlia (2016), finalista al Costa Novel Award e all’Orange Prize for Fiction; Fino in fondo (2014 e 2016), finalista allo Specsavers National Book Award come Thriller dell’anno; e Il buio nell’acqua (2017). Vive a Londra.