Editore Rizzoli / Collana Nero Rizzoli
Anno 2020
Genere Noir
240 pagine – brossura e epub
Bruno Morchio e Nero Rizzoli, un binomio ormai vincente, che spopola dalla Liguria a tutto lo stivale del nostro Belpaese.
Bruno Morchio e Bacci Pagano, il binomio. Quasi inscindibile.
Quel quasi è questo nuovo libro del famoso scrittore genovese: “Dove crollano i sogni”.
Il quasi è che questa volta Bruno Morchio ha accantonato momentaneamente l’investigatore privato genovese per imbarcarsi-un verbo assai ligure e che descrive il viaggio- in questo romanzo di de-formazione, non professionale, bensì sociale.
Una deformazione di cultura, di valore che è convessa al peggio all’interno di un microcosmo che non è rifugio, ma alienazione dalla normalità, che è alienazione che spinge a sognare un luogo esotico, affascinante, come il Costarica.
Questa volta Bruno Morchio sofferma la sua lente d’ingrandimento sulla gioventù, quella che un celeberrimo film con James Dean definiva, gioventù bruciata.
Piccoli fuochi che ardono più per riflesso che per fiamma vivace e opulenta. Occhi che vorrebbero guardare oltre l’orizzonte di un mare che però non esiste. Il mare è libertà, la periferia della Certosa, con il suo nulla progressivo che si materializza in capannoni abbandonati, è prigione. E la prigione non permette di individuare quella sottilissima striscia tra terra e mare. Dà la possibilità al massimo di sognare.
E Morchio, con una scrittura tagliente, aspra a tratti, vera e verace, tratteggia alla perfezione il niente che divora e i sogni che cercano di non farsi divorare. L’autore racconta il sogno della diciassettenne Blondi che abita in un buco d’appartamento insieme alla madre, single trasandata che quando non lavora come infermiera in un ospizio, trascorre le serate a bere. L’esistenza della ragazza è tutta lì, inchiodata all’asfalto, tra le panchine dei giardinetti e il bar di Carmine, ritrovo degli ultras della Sampdoria, a bere e fumare con improbabili amici. Blondi ha una storia con il bello e inconcludente Cris, che sogna di comprarsi una moto e intanto passa da una canna a un “tirello” di ero.
Blondi è canone credibile del vuoto delle nuove generazioni, impoverite dall’assenza di linguaggio e scaldate da emozioni basiche, quest’ultime rappresentate spesso da emoticons e stickers. I sentimenti sono uguali per tutti, non c’è distinzione per la tecnologia, per l’era degli smartphone, per l’era dei silenzi e delle parole battute su una tastiera elettronica, invece che dette.
Accade così che le parole non dette e l’abitudine alle parole viste e non più parlate, depauperino non soltanto il lessico, ma anche le sfumature delle emozioni, i dettagli che diversificano un sentimento da persona a persona.
Forse soltanto nel sogno c’è la realtà per un piccolo cerchio di mondo che non può andare oltre pochi passi, senza poter sconfinare. Il luogo dove Blondi vive è claustrofobico, è quel piccolo cerchio dove chi prova a vivere viene respinto, ribattuto come una vecchia palla da tennis e nuovamente confinato al suo campo. Non c’è partita con una realtà povera di idee, di significato, di pesi e valori affondati nella droga.
Blondi e Cristiana F. dello zoo di Berlino.
Ragazze perdute di un luogo smarrito chissà dove, di un luogo che è soltanto un nome senza identità.
Ci sono delle analogie tra Blondi e Cristiana. Ci sono analogie perchè entrambe hanno perduto tutto ancora prima di poterlo avere.
Così Blondi si aggrappa al sogno. Alla ferrea volontà di realizzarlo per poter volare via.
Il Costarica è desiderio libero, è un cerchio di cui non si conosce il diametro, è la possibilità, quella che un’area in disfacimento non può garantire.
Bruno Morchio gioca le sue carte e conosce i giocatori che ha di fronte. Conosce Blondi, conosce il suo pensiero e la sua voglia di fuggire, di avere una vita. Conosce il suo potere dell’inganno e del desiderio altrui per il suo corpo che lei sfrutta come merce di scambio, senza nessuna passione o trasporto. Semplice meccanica atta a raggiungere il sogno.
Le emozioni sono bandite dove non c’è humus per coltivarle, farle crescere come meriterebbero, come dovrebbero.
L’autore conosce il meccanismo di quello che è un noir tanto disperato quanto illusorio.
Il sogno cavalca una realtà recalcitrante, indomita, come un toro da rodeo. Le parole di Morchio artigliano il pomello della sella e studiano i movimenti di un presente imbizzarrito e di un futuro da addomesticare, fino a indirizzarlo verso un epilogo che sa sia di sconfitta per una città intera, sia di speranza in un cambiamento futuro.
E il Costarica forse, non è la giusta meta per una generazione che ha perso l’importanza del peso di ogni parola e il rispetto verso il prossimo.
La libertà richiede sacrificio, ma anche onestà di fondo, verso se stessi e verso gli altri.
Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini
Lo scrittore:
Bruno Morchio è nato nel 1954 a Genova, dove vive e ha lavorato come psicologo e psicoterapeuta. È autore, tra l’altro, di una fortunata serie gialla che ha per protagonista l’investigatore privato Bacci Pagano. Per Rizzoli ha pubblicato Il testamento del Greco (2015) e Un piede in due scarpe (2017).