Franck Thilliez nato ad Annecy, è ingegnere informatico. Nel 2004 pubblica il suo primo libro Train d’enfer pour Ange rouge. È un grande appassionato di film thriller. Ha vinto i premi Prix des lecteurs Quais du polar 2006 e Prix SNCF du Polar français 2007 con il romanzo La Chambre des morts. Attualmente vive tra Pas-de-Calais, nell’estremo Nordest della Francia, Antille e Guyana. Fazi editore ha pubblicato Il manoscritto nel 2019 e Il sogno nel 2020.
Sarà disponibile in libreria dal 2 luglio il suo romanzo “Il sogno”, edito da Fazi Editore nella collana DarkSide, di cui vi riportiamo la trama:
Se non fosse per le sue cicatrici e le strane foto che tappezzano le pareti del suo ufficio, si direbbe che Abigaël sia una donna come le altre. Se non fosse per i momenti in cui sprofonda nel mondo dei sogni, si giurerebbe che dica il vero. Ma Abigaël, la psicologa che tutti si contendono per risolvere i casi criminali più intricati, soffre di una grave narcolessia che le rende tutto più difficile. Spesso per lei il confine tra sogno e realtà si confonde, ed è costretta a ricorrere a bruciature e tatuaggi per assicurarsi di essere sveglia e che quello che vede stia realmente accadendo. L’indagine a cui sta lavorando insieme al fidanzato poliziotto Frédéric riguarda un rapitore seriale di bambini, Freddy. I piccoli scomparsi finora sono tre, a quattro mesi di distanza l’uno dall’altro. Ogni rapimento viene annunciato con uno spaventapasseri che indossa gli abiti del bambino rapito precedentemente. Intanto, Abigaël è l’unica sopravvissuta a un terribile incidente d’auto di cui non ricorda nulla e dove hanno perso la vita suo padre e sua figlia. Presto capirà che molte cose di quell’episodio non tornano. E si renderà conto che Freddy sa più di quanto dovrebbe. E non è il solo. Ma per Abigaël il nemico più pericoloso rimane uno: se stessa.
Dopo Il manoscritto, apprezzatissimo da critica e lettori, un nuovo romanzo a matrioska zeppo di colpi di scena che fonde thriller, pulp e suspense psicologica: un labirinto ipnotico e perfetto in cui perdersi, per sbucare in un finale che riannoda tutti i fili.