Matsumoto Seichō – Un posto tranquillo

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Matsumoto Seichō (1909-1992) è stato un giornalista e scrittore giapponese. Autore molto conosciuto in patria e vincitore del premio Akutagawa nel 1953, ha scritto oltre 300 romanzi e diversi racconti.
Da alcuni definito il “Simenon giapponese” è stato pubblicato per tre volte nel Giallo Mondadori: La Morte è in Orario del 1957 è l’opera più conosciuta, seguita da Come sabbia tra le dita del 1961 e Il palazzo dei matrimoni del 1998. Le tematiche dei suoi gialli affondano spesso le radici nei problemi sociali giapponesi, il tutto unito ad una predilezione per l’indagine strettamente logica ed intuitiva. Nel 2018 Adelphi ha pubblicato Tokyo Express, apparso nell’edizione originale nel 1958, da cui è stato tratto nel 2007 il film Ten to sen, con Takeshi Kitano.

Da oggi in libreria il suo romanzo “Un posto tranquillo”, edito da Adelphi, di cui vi riportiamo la trama:

Kōbe. Durante una cena tra imprenditori e funzionari ministeriali, una cameriera si avvicina a uno dei commensali e gli sussur­ra qualcosa all’orecchio. C’è una chiama­ta per lui da Tokyo. L’uomo, Tsuneo Asai, si alza senza dare nell’occhio e raggiunge il telefono. Sua moglie Eiko, poco più che trentenne, è morta improvvisamente d’in­farto. Una notizia non del tutto inattesa, dal momento che Eiko era già da tempo mala­ta di cuore. Eppure le circostanze della sua morte, avvenuta in un quartiere un po’ fuo­ri mano di Tokyo, a due passi da un alber­go a ore, gettano un’ombra sulla sua figura timida e riservata, e sul suo passato. Cosa ci faceva lì? E chi doveva incontrare?
Questa storia è come una strada che parte leggermente in salita e si fa a ogni passo più ripida. Una strada piena di vicoli cie­chi, che sembra esistere solo nella psiche del protagonista. Qui, i temi cari a Matsu­moto – la vendetta, l’ossessione per un det­taglio che non torna, il timore dello scan­dalo, l’ansia di essere scoperti che conduce alla rovina – si condensano in un noir ano­malo e beffardo, senza un caso né un inve­stigatore, dove chi cerca un colpevole può finire per diventarlo lui stesso. Un noir che è anche una critica acuminata della società giapponese e della ragnatela di convenzio­ni che la invischiano.