Javier Cercas – Indipendenza

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Editore Guanda / Collana Narratori della Fenice
Anno 2021
Genere Giallo
416 pagine – brossura e epub
Traduzione di Bruno Arpaia


Quando l’anno scorso uscì per Planeta il primo romanzo noir di Javier Cercas, “Terra Alta”, mi scapicollai a comprarlo, perché per me Cercas è un gigante. “Soldati di Salamina”, “L’Impostore” e, soprattutto, “Anatomia di un istante”, sono pietre miliari nella mia formazione di lettore. Con quella sua faccina da Vip mio fratello superuomo, il cartone animato di Bozzetto, Cercas è uno dei cinque scrittori che io considero i migliori di questa epoca.
È la ragione per cui leggendo “Terra Alta” rimasi in qualche modo deluso. Una bella storia, certo, bei personaggi, ok, ma Cercas dov’era? Quel romanzo non aveva nulla di più o di meno di qualsiasi altro noir avessi letto.

Per questo quando è uscito Indipendenza, mi ci sono avvicinato con cautela. Ma l’ho letto e, ragazzi e ragazze, finalmente ho ritrovato il Cercas che volevo io, il mago, l’ipnotizzatore che tanto mi aveva dato in passato. I personaggi sono gli stessi di “Terra Alta”, ritroviamo il poliziotto dalla trista figura, Melchor Marín, sua figlia Cosette, il vecchio amico Vivales, filosofo e babysitter, e Blai, il sovrintendente che adesso lavora a Barcellona e dirige alcune unità dei Mossos d’Esquadra, la polizia con il nome più bello del mondo. Della vicenda voglio dire poco o nulla, perché qualsiasi parola di troppo potrebbe rovinare il piacere di gustarla. Di fatto tutto l’intrigo ruota attorno al ricatto che viene fatto alla sindaca di Barcellona, donna forte e scapestrata che in gioventù è stata coinvolta in un film che definire piccante sarebbe un eufemismo. Da lei qualcuno vuole soldi e dimissioni. Sradicato temporaneamente dalla Terra Alta, Melchor viene messo in forza all’unità centrale sequestri e estorsioni e assieme al collega Vasquez dovrà occuparsi di questa delicata faccenda, e nel farlo risolverà alcuni buchi neri della sua esistenza.

In questo secondo romanzo, la figura di Melchor si mette a fuoco e in qualche modo riesce a chiudere il cerchio attorno a tutte le vicende, quelle pubbliche e quelle private. Ma la cosa straordinaria è la presenza di Cercas, che riesce a pervadere le pagine del libro al punto di convincere il lettore che gli sta raccontando una storia vera. Più che criticarla, la nostra società la viviseziona, con le sue differenze, i sogni impossibili e i mulini a vento. Chirurgico e feroce, Javier lavora di bisturi per riportare in superficie marcio e le ingiustizie. La prosa è straordinaria, la sua capacità di rendere i personaggi e le loro storie, belle o brutte che siano, è quella a cui ci ha abituato con i suoi “romanzi-non-romanzi”, quel misto di verità e fantasia possibile che pochissimi sono capaci a creare o rendere convincenti.

Per non parlare della tecnica narrativa interessantissima con la quale è riuscito a trasformare Indipendenza in una vera droga. Quando ti viene da pensare che in letteratura sia stato fatto e raccontato tutto, libri come questo ti danno uno schiaffone e ti dicono: non è vero! Il romanzo di Cercas è la prova esistente di quanto abilità e fantasia abbiano ancora molto spazio per esprimersi. Non gli era riuscito con “Terra Alta”, secondo me, ma qui, accidenti, ci riesce alla grande. Il misto di nostalgia, strali della vita, speranze, affetti e progetti che accompagnano la vita di Melchor, si compenetrano con quelli di tanti altri personaggi nello sforzo di capire e di capirli, di additarli, a volte senza pietà, nella loro mediazione e nella ricerca per mezzo della quale riescono a trascinare noi lettori in un’avventura che mi ha ricordato tanto l’atmosfera dei suoi grandi libri.

Enrico Pandiani


Lo scrittore:
Javier Cercas è nato nel 1962 a Ibahernando, Cáceres. La sua opera, tradotta in più di trenta lingue, è pubblicata in Italia da Guanda: Soldati di Salamina (Premio Grinzane Cavour 2003), Il movente, La velocità della luce, La donna del ritratto, Anatomia di un istante, Il nuovo inquilino, La verità di Agamennone, Le leggi della frontiera, L’avventura di scrivere romanzi (con Bruno Arpaia), L’impostore, Il punto cieco, Il sovrano delle ombre e Terra Alta. Anatomia di un istante ha vinto nel 2010 il Premio Nacional de Narrativa e nel 2011 il Premio Salone Internazionale del Libro di Torino e il Premio Letterario Internazionale Mondello. L’impostore è stato finalista al Man Booker International Prize 2018. Terra Alta ha vinto nel 2019 il Premio Planeta.