Stefano De Bellis e Edgardo Fiorillo – Il diritto dei lupi

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Editore Einaudi / Collana Stile Libero Big
Anno 2021
Genere Thriller storico
724 pagine – brossura e epub


Anno 673, ab Urbe condita (80 a.C.), è così che si aprono tutti i capitoli del libro che dà inizio alla storia, cioè dal 3 al 24 gennaio. È un esordio col botto, questo del duo De Bellis e Fiorillo che scrivono una storia affascinante dove ricreano una Roma in perenne crescita, dove violenza e vizio si intrecciano col potere e la politica, che muovono a loro volta il denaro. Due diverse vicende si dipanano nel corso della lettura del romanzo, apparentemente distanti tra loro, ma profondamente collegate. Molti sono i personaggi coinvolti, e alcuni di questi hanno scritto la storia romana.
La sera del 3 gennaio, un gruppo di uomini, tra cui un trace guercio che affila le sue siche, un iberico, un germanico e il giovane Puer (l’unico di cui conosceremo il nome), colpiranno il Fodero del Gladio, un lupanare non ancora in attività, ma che in quel momento ospita una riunione speciale, con clienti facoltosi e bellissime lupe. Dalla strage di quella sera si salva soltanto il lenone, Marco Garrulo detto Mezzo Asse (chiamato così perché avrebbe venduto anche la madre per quella somma visto la sua avidità), che si getta dalla finestra slogandosi una caviglia.
A rimettergliela in sesto è Lucio Titinio detto “Astragalo”, ex legionario di Silla.
A morire quella notte sono Marco Villio Cincio, un commerciante di stoffe, in odore di senato e Elicone Attico, un commerciante di schiavi greco detto il “Piccolo Alessandro” per la somiglianza con Alessandro Magno.

Tutti a Roma, e nella Suburra, cercano Mezzo Asse e Marco Licinio Crasso, padrone di quasi tutta la città, lo cerca anche lui e affida questo compito al suo uomo migliore: il Molosso, Tito Annio Tuscolano, ex centurione al suo soldo, che ha combattuto la guerra civile dalla parte del Dictator Lucio Cornelio Silla, contro Caio Mario.
Crasso, che era stato il supporter dell’ascesa al senato di Cincio, ha i suoi motivi per voler conoscere l’assassino: influente e ambizioso, aveva visto nella sponsorizzazione di Cincio l’espandersi del suo potere e con la sua morte la creazione di un vuoto politico non da poco.
Da un’altra parte della città, Marco Tullio Cicerone avvocato del Foro, viene chiamato e fatto scortare nella casa di Cecilia Metella Balearica Maggiore, la sacerdotessa di Giunone, che tutti a Roma conoscono e venerano.
Cecilia, con suo fratello Quinto Cecilio Metello, e i giovani Marco Valerio Messalla detto “Il Corvino”, Publio Cornelio Scipione detto “Nasica”, lo hanno cercato per difendere Sesto Roscio d’Ameria, accusato di parricidio. I suoi accusatori sono i due cugini Tito Roscio Capitone e Tito Roscio Magno, che nel frattempo lo hanno privato di tutte le sue proprietà. Sarà questa la causa che porterà alla celebrità Cicerone con la celebre Oratio pro Sexto Roscio Amerino.
Cicerone scoprirà quasi subito che dietro a questo orrendo delitto altri non c’è che il liberto di Silla, il potentissimo Lucio Cornelio Crisogono. Le due storie viaggiano parallele per tutta la durata del romanzo, che ci rivela la vita di Roma dell’epoca, regalandoci un affresco quanto mai realistico, fino a confluire in un’unica trama nel processo a Sesto Roscio.
Tito Annio da una parte e Marco Tullio Cicerone dall’altra, con le loro indagini, scopriranno tassello dopo tassello che dietro a tutto quello che hanno visto c’è un disegno politico pericoloso, dove i testimoni, e loro stessi non sono altro che marionette, manovrate da sapienti mani. Ma in fondo chi ha ucciso Cincio e perché? Chi ha ucciso il padre di Sesto e lo accusa della sua morte? Qual è il collegamento tra le due morti e la sopravvivenza stessa della Repubblica?

Il romanzo “Il diritto dei lupi” è una vera fusione di generi, dal noir al legal thriller, dal classico giallo al romanzo storico, con una sfumatura anche di umorismo, che non guasta di certo. L’ambientazione è ben studiata e catapulta il lettore nel mondo affascinante della città eterna. Lo stile della scrittura dei due autori è accattivante. La descrizione dei personaggi e degli ambienti è minuziosa, nonostante la mole delle persone e dei luoghi coinvolti nella storia. Lo stile linguistico rimane scorrevole, i dialoghi sono ben congegnati.
Bellissimi e divertenti i dialoghi macchietta tra Astragalo, Tito e Gabello e i dialoghi interiori e ansiosi di Cicerone, due parti integranti della storia. L’armata Brancaleone da una parte e la serietà, l’amara verità dall’altra. Romanzo ricco di colpi di scena, che nonostante la lunghezza, porta il lettore a leggere pagina dopo pagina, dopo pagina. Si vuole capire, si vuole sapere e difficilmente ci si può staccare dalla storia.
È visibile la ricerca e lo studio che i due autori hanno effettuato per inserire nel romanzo, personaggi storici e fatti veramente accaduti, con la trama romanzata vera e propria, frutto di una conoscenza sicuramente ottima del periodo storico.
Credo che questo romanzo farà molto parlare di sé e dei suoi autori.
Consigliatissimo!

Silvia Marcaurelio


Gli scrittori:
Stefano De Bellis è un consulente informatico amministrativo e Il diritto dei lupi è il suo primo romanzo.
Edgardo Fiorillo è biologo e divulgatore scientifico. Scrive per riviste di settore e generaliste, trattando di ecologia, ecoturismo e stili di vita sostenibili. Anche per lui Il diritto dei lupi è il primo romanzo.