Editore Nutrimenti / Collana Greenwich
Anno 2021
Genere Noir
336 pagine – brossura e epub
Traduzione di Nicola Manuppelli
Io non so se Deserto d’asfalto sia “incredibilmente bello, nuovo, fresco, capace di spezzarti il cuore” come dice Lee Child, o “un thriller adrenalinico e implacabile” come si è addirittura scomodato a farci sapere il Re, Stephen King. O perfino “una scossa necessaria nel panorama noir americano” che sarebbe il parere di Dennis Lehane. Non sta a me dire se sia davvero tutte queste cose. Lasciando perdere l’ovvio marketing editoriale (Stephen, mi scrivi uno strillo per questo libro?), io non penso che qui ci si discosti molto da quella letteratura di genere americana di ottimo intrattenimento, rassicurante nella sua totale prevedibilità e divertente nella poco credibile sequenza degli eventi. Ci sono tutti gli stilemi e i modelli di riferimento di cui i lettori di questo tipo di romanzo vanno pazzi.
Un superuomo (di colore, questa volta), una famiglia mista, la tentazione di tornare al crimine, la necessaria deriva che questo comporta, un mucchio di cattivi che più cattivi non si può, e la vendetta finale, come in tutti i western che si rispettino. Perché questo è un western contemporaneo, con armi potenti, paesaggi magnifici, auto muscolari, strade infinite e cieli che riempiono lo sguardo. Sembra che ne stiano già facendo un film e penso che S. A. Cosby a quello pensasse, quando lo ha scritto.
Beauregard Montage è un nero sui trent’anni, con una bella famiglia che ama, un’officina assieme a un socio e una vita mediamente tranquilla nella cittadina di Red Hill, in Virginia. I razzismo tipico di quelle parti aleggia nell’aria, ma è come un odore spiacevole, lo senti ma non lo vedi. Il passato di Beauregard, “Bug” per gli amici, è meno limpido del suo presente; In gioventù ha fatto l’autista nelle rapine e quando si parla di quell’ambiente la sua fama lo precede. Poi Kia, la moglie, l’ha redento. Disgraziatamente, da quando ha aperto un grosso gruppo concorrente, la Precision, che ripara auto a cifre molto più basse di quelle che possono permettersi Beauregard e Kelvin, il suo socio, la loro officina va piuttosto male. Per questo, perché ha bisogno di tanti soldi per la famiglia e per mantenere la madre nel costoso pensionato dove l’ha messa, Bug è costretto a tornare al vecchio mondo, amore e odio che lo attirano nelle spire del crimine.
L’amico Ronnie, che già l’aveva fregato una volta, lo convince a partecipare a una rapina facile facile. Dovranno solo rubare un mucchio di diamanti, chiusi in una gioielleria. Beauregard accetta pensando che se la toglierà con poco, ma le cose saranno molto più complicate di quello che crede. Forse potrebbe uscirne con l’aiuto di Boonie, vecchio amico di suo padre (figura che aleggia lungo la trama con tutte le sue contraddizioni), ma le vicende si complicano come un nodo che non vuol saperne di sciogliersi.
Corse in auto, sparatorie, drammi famigliari, delitti e colpi di scena continui sono gli ingredienti di questo romanzo quasi di frontiera. Cosby deve aver letto qualche tragedia greca e ne ha assorbito alcune dinamiche che qui vengono diluite nella birra. La sua scrittura è coinvolgente e rassicurante come le immagini di un buon film. Le scene di violenza, a volte di un raccapricciante compiacimento, scandiscono l’azione che non ha mai una caduta. Mette su carta un buon mestiere, Cosby, e la traduzione di Manuppelli gli rende giustizia. Forse questo non sarà il più bel romanzo del 2020, come dice la stampa sempre troppo entusiastica, ma si lascia leggere con piacere e coinvolge. Benché manchi qualcosa, posso affermare che la lettura mi ha ricordato uno dei miei miti, Elmore Leonard, impareggiabile ahimè nel maneggiare la tensione.
Alla fine certi cliché ce li aspettiamo e se non dovessimo trovarli rimarremmo delusi. Beauregard non è molto diverso dagli eroi classici americani che il cinema ci ha abituato a conoscere, porta in sé le anime forti, il coraggio e l’amore per la National Rifle Association dei tanti Samuel L. Jackson, Bruce Willis, Stallone e Schwarzenegger, ma con un pizzico di intellettualismo alla Viggo Mortensen che ne amplifica la figura. Eppure il suo mestiere di protagonista lo fa bene, perché come ama ricordarci a un certo punto del romanzo, “Un uomo non può essere due bestie. Alla fine una delle bestie si libera e distrugge tutto”.
E a distruggere, Beauregard è un vero asso.
Enrico Pandiani
Lo scrittore:
S.A. Cosby vive a Gloucester, nella Virginia sudorientale. Ha vinto l’Anthony Award 2019 per il miglior racconto per The Grass Beneath My Feet.
Oltre ai molti articoli e racconti pubblicati in diverse riviste e antologie, ha pubblicato i romanzi Brotherhood of the Blade e My Darkest Prayer, vincitori di diversi premi. Quando non scrive è un appassionato escursionista e giocatore di scacchi.
Il suo stile e il suo tono sono influenzati dalle sue svariate esperienze di vita che includono, ma non sono limitate, a essere stato un buttafuori, un operaio edile, un direttore di vendita al dettaglio e per sei ore una mascotte per una grande catena di fast food nel costume più caldo del mondo. Sia di Deserto d’asfalto che del prossimo romanzo in uscita nel 2021 sono stati acquistati i diritti cinematografici.