Editore Sergio Bonelli
Mensile, miniserie di 10 numeri
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi, Davide Rigamonti, Giovanni Eccher
Disegni: Giovanni Freghieri, Mario Jannì, Marco Foderà, Massimo Cipriani
Copertine: Rosario Raho
Dopo essermi occupato di un fumetto introvabile di Andrew Vachss, questa volta, al contrario, ho deciso di facilitarvi la vita e di parlarvi di un fumetto che potete trovare in tutte le edicole e fumetterie.
“Nick Raider – Le nuove indagini” è una miniserie di dieci numeri, il primo pubblicato nel novembre 2021, che ha il compito di rilanciare lo storico personaggio della Sergio Bonelli Editore per traghettarlo ai giorni nostri.
Ma chi è Nick Raider?
Per chi di voi non lo conoscesse, Nick Raider è un detective della polizia di New York, dal carattere irruento e decisamente incline all’azione. Nell’arco di diciassette anni, dal 1988 al 2005, con ben 200 numeri, 10 albi speciali e 12 almanacchi pubblicati, Nick Raider è stato sinonimo di fumetto poliziesco. Un poliziesco procedurale, classico, con un giusto mix di mistero e azione che prendeva a piene mani dal modello letterario dell’87° Distretto di McBain e dai telefilm polizieschi dell’epoca in cui fu creato, ovvero Starsky e Hutch, Hill Street: giorno e notte, Le strade di San Francisco e T.J. Hooker tanto per citarne alcuni. Ogni numero un caso, strettamente autoconclusivo e con una orizzontalità appena accennata.
L’inventore di Nick Raider è Claudio Nizzi, una vera e propria colonna portante della Sergio Bonelli Editore, che riversò nella sua creatura tutto l’amore per il genere. E non poteva che essere proprio lui a firmare il primo di questi quattro numeri usciti finora. I successivi, invece, sono a firma di Davide Rigamonti e Giovanni Eccher, due nomi che suoneranno sicuramente familiari ai lettori di Nathan Never. Al tavolo da disegno, per di più, troviamo alcuni talenti straordinari (Freghieri, Janni, Foderà, Cipriani). Insomma, gli elementi per un rilancio in grande stile c’erano tutti e non posso dire che il prodotto non sia riuscito. Perché l’operazione è concepita davvero bene.
Nonostante questa nuova miniserie non rinneghi gli anni intercorsi dalla fine della prima serie regolare, gli autori hanno pensato bene di non mettere in scena dei bolsi eroi cinquantenni. Con un meccanismo che riecheggia vagamente la prima stagione di True Detective, il presente è solo una cornice che ci permette di scoprire, di numero in numero, il destino di tutti i personaggi chiave della serie. Il corpo vero e proprio di ogni numero, invece, è costituito un’indagine che si svolge nel passato. Addirittura, il primo numero della miniserie funge da prequel alla serie del 1988. Una scelta strategica, dettata probabilmente dalla voglia di non lasciare spaesati i vecchi fan della serie, di fargli ritrovare i personaggi con lo stesso look grafico di tanti anni fa, ma aggiornando un minimo il linguaggio narrativo. Il fil rouge che attraversa tutti gli episodi, infatti, ha un punto di svolta (che non vi svelo) proprio nel quarto episodio, quando veniamo a scoprire per quale motivo i vari personaggi della serie, che in questi anni hanno preso strade diverse, si ritrovano assieme. Un colpo di scena che non può lasciare indifferenti i lettori e che gli sceneggiatori preparano bene fin dal numero precedente. Perché, proprio in questo numero, scopriamo che c’è un sottile legame che unisce anche le storie del passato.
Tra omicidi da risolvere, rapine finite male, gangster introvabili, questi quattro numeri sfoggiano una panoplia di topos del genere. E se, ahimè, il primo numero scritto da Nizzi è lento e scarico, gli abili Eccher e Rigamonti ci regalano tre schegge di puro intrattenimento. Un plauso in particolare lo faccio proprio a Rigamonti che, con entrambi i suoi numeri, dimostra che è possibile rispettare i canoni di un fumetto astrattamente obsoleto modernizzandone trama e ritmo. Ma la sequenza più bella di questi primi quattro numeri la firma Eccher che, nel suo numero “Una canzone per il boss”, mette in scena un’irruzione violenta in uno studio di registrazione con una regia visiva davvero d’effetto.
Insomma, questa nuova incarnazione di Nick Raider è promossa ma dovrete superare lo scoglio di un primo numero farraginoso per potervi godere il resto. Dategli fiducia, Nick e i suoi amici vi sapranno intrattenere. Anche perché, arrivati al cliff del quarto numero, sfido a non voler proseguire per saperne di più.
Se invece voleste approfondire le primissime indagini del detective Raider, potete tuffarvi nei due volumi “Cinque casi per la squadra omicidi” e “Nuovi casi per la squadra omicidi” (Sergio Bonelli Editore) che raccolgono alcune tra le migliori storie del personaggio. Li trovate sia nelle librerie di varia che nelle librerie specializzate in fumetti.
Leonardo Valenti
Gli autori:
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