Giancarlo Piacci – I santi d’argento

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Editore Salani / Collana Le stanze
Anno 2022
Genere Giallo
336 pagine – brossura e epub


Vincenzo Cocchiara ha trentott’anni, è un uomo solo, schivo, non ha contatti umani se non con Antonio, il vecchio pescatore di Bacoli, piccolo paese a una trentina di chilometri da Napoli dove Vincenzo si è come seppellito. Antonio è il solo amico che gli rimane, quasi una figura paterna che lo aiuta a dimenticare un passato che però, ineluttabilmente, torna a bussare alla porta nei panni di Pino, un avvocato che lo cerca per conto di un vecchio amico. E c’è una sola persona al mondo, alla quale Vincenzo non può rifiutare nulla e per cui deve scrollarsi di dosso il torpore dell’inattività per scendere di nuovo in campo: Giovanni Testa. Il figlio di Giovanni si è suicidato buttandosi dal tetto di una chiesa, ma al padre, in galera da anni, questa versione non va bene, vuole sapere, ha bisogno di una persona fidata che gli dica come stanno davvero le cose. Per questo Vincenzo è costretto a Tornare a Napoli per mettersi a cercare, per frugare in storie che non conosce, in nome di un’amicizia e di una vita precedente a Milano, nella quale il legame con Giovanni è diventato indissolubile.

Inizia così questo bel romanzo d’esordio, ma di splendida maturità, che ci regala Giancarlo Piacci. Libraio a Napoli, Giancarlo la conosce bene la sua città, ne coglie le sfumature, le mancanze, le debolezze, gli odori, i luoghi lontani dalla folla, utile ma fastidiosa, dei turisti. La spoglia soprattutto di quella retorica trita e ritrita cui la letteratura partenopea degli ultimi anni ci ha abituato. La Napoli asciutta di Vincenzo Cocchiara è un luogo difficile, duro, a tratti feroce, ma amato fino in fondo, fin giù nelle più profonde fessure che si aprono in questa vicenda, per trasportarlo in un viaggio del quale farebbe volentieri a meno. Attorno a lui si muovono alcuni personaggi memorabili. La madre, che ancora lo tratta come se fosse un ragazzino; Bart, il duro malavitoso, sorta di Virgilio di poche parole che lo accompagnerà attraverso i gironi della città; lo stesso Giovanni, infine, la cui incombente presenza, nonostante non compaia mai, è opprimente in ogni momento del libro.

La scrittura di Piacci è bella, non fa pensare a un esordio e ti trascina attraverso una vicenda a tratti sorprendente, spesso disumana. Le sue parole accarezzano Vincenzo, lo sostengono, lo capiscono e ce lo raccontano per quello che é, un uomo stanco, irrisolto, che vuole soltanto portare a termine il suo compito per poter tornare nella solitudine di Bacoli a parlare con l’amico Antonio, la sola persona che lo sa capire. Ma quando il passato ti afferra la caviglia, non la molla tanto facilmente, ci devi convivere, lo devi elaborare per poterne uscire tutto intero. Come spesso succede, Vincenzo si trova a dover fare una scelta dalla quale dipenderà il destino di molte persone. Antieroe pieno di imperfezioni, annaspa in una vicenda difficile cercando di fare la cosa giusta, di scoprire una verità che nessuno vuole sapere e che molti non vogliono che venga rivelata. In questa ricerca, sembra che la sola cosa che gli interessi sia trovare un salvagente per poter rimanere a galla nella burrasca che è diventata la sua vita. Ma non è così. L’umanità di Vincenzo, anche se scrostata come i muri della sua città, saprà condurlo nella giusta direzione.

Enrico Pandiani


Lo scrittore:
Giancarlo Piacci (1981) vive e lavora a Napoli. Da più di dieci anni è uno dei librai di riferimento della città. Questo è il suo primo romanzo.