Joyce Carol Oates – Baby sitter

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Editore La Nave di Teseo / Collana Oceani
Anno 2023
Genere Thriller
544 pagine – brossura e epub
Traduzione di Chiara Spaziani


Non c’è niente da fare… Joyce Carol Oates potrebbe scrivere anche la lista della spesa che sarebbe capace di renderla speciale, come ogni libro che pubblica.
Ho cominciato a conoscerla da poco e, come in ogni nuova amicizia, mi sono approcciata con discrezione e diffidenza. Forse meglio dire prudenza… Ormai il panorama letterario mi sta diventando sempre più stretto, storie viste e riviste, racconti che non mi solleticano, non mi restano impressi per originalità, per emozione.

Si dice che il flusso narrativo di uno scrittore a un certo punto si esaurisca, come il filone di un giacimento aurifero. Senza citare autori che ho sempre amato, arrivati a enne libri diventano ripetitivi, la scrittura cambia come se non fosse la stessa mano o le storie, al contrario, sono sempre uguali.

La Oates mi stupisce ogni volta e lo fa anche con questo (nuovo) romanzo, il suo cinquantaduesimo, forse? Come riesca nell’impresa rimane per me un mistero, ma se da un lato sto cercando di colmare questa (enorme) lacuna sui suoi romanzi recuperandone alcuni quando posso, dall’altro non potevo farmi sfuggire la lettura di Baby sitter, uscito per La Nave di Teseo e tradotto da Chiara Spaziani.

Personaggio principale è Hannah: donna bellissima, moglie di un uomo ricco dei sobborghi residenziali (bianchi) di Far Hills in Michigan, zona dell’America benestante e borghese.
Il marito, Wes, è autorità, certezza, una figura manichea in contrapposizione a Hannah, la la quale viene raffigurata come un acquerello che ha cominciato a scolorire, priva di definizione. Due figli, impegnata nel sociale, sempre perfetta nell’aspetto e nell’essere moglie e madre, prima ancora di essere donna.
Questo status sociale è libertà e prigionia allo stesso tempo, la vita familiare che diventa un piccolo compiaciuto alveare dentro un altro alveare.
Che fragile imbarcazione, la famiglia.
Un incontro casuale durante una raccolta fondi, un polso sfiorato da un uomo e improvvisamente la visione di se stessa in un ruolo completamente nuovo.

La maledizione della femmina: avere così tremendamente bisogno di amore. La maledizione della femmina, prendersi cura.

Venerdì santo del 1977: un’anonima camera d’albergo, la numero 6183 del Renaissance Grand Hotel. Un cartello fuori dalla porta: Non disturbare! Una vita che si trova catapultata all’improvviso in una dimensione nuova. Un amante che ha la capacità di rendere succube, schiava, inerme Hannah. Sensazioni nuove che si mischiano all’integrità finora dimostrata, un ruolo che si stacca completamente dall’ordinario, una cellula impazzita che vive di momenti effimeri, di piacere fisico, di perdita di controllo.
Ma anche di crudeltà celata da belle parole, che presto si rivela in tutto il suo orrore.

Fanno da contraltare notizie terribili di ragazzini (bianchi) rapiti e uccisi nella contea di Oakland, un quartiere residenziale di Detroit, da quello che viene chiamato Baby sitter, un killer senza scrupoli. Le vittime sono state rapite mentre erano da sole e i loro corpi senza vita vengono fatti ritrovare a distanza di giorni, in luoghi pubblici, accuratamente lavati e ricomposti.

Della Oates ammiro quella sua capacità di entrare nella scena con un’azione di calibrata lentezza, che consente al lettore di assaporare ogni momento prima dell’acme.
In Baby sitter si concentrano l’America di oggi e le sue contraddizioni. Spiccati i riferimenti a #BlackLivesMatter e #Metoo, un modo di raccontare la violenza che lascia un retrogusto acido, amaro, l’uso delle armi che continua a distruggere e dividere chi pensa di proteggersi e chi fa a gara a chi ce l’ha più grossa. Una polizia sempre meno obiettiva e più incline a soverchiare le regole.

Detroit negli ultimi quindici anni si è trasformata da Motor City d’America a Murder City d’America.

Amo questa scrittrice, che ha appena compiuto ottantacinque anni e che dimostra, ancora una volta, un formidabile uso della scrittura,  il suo modo di narrarci come spesso il bisogno di amore e di essere felici renda ciechi e avventati. A ciò che si è disposti a rinunciare, a quanto la ricchezza non è sempre – o quasi mai – sinonimo di felicità, alle dicotomie che vive questo grande (e spietato) Paese dalle quali sembra impossibile uscirne.

Adoro questa scrittrice, ve l’ho già scritto? Avrei ancora tantissimo da raccontarvi di questo libro, ma leggetelo e scoprirete da soli la bellezza e la crudeltà di questa storia.

Cecilia Lavopa


La scrittrice:
Joyce Carol Oates ha ricevuto numerosi importanti riconoscimenti, tra i quali ricordiamo: la National Medal of Humanities, il National Book Critics Circle Ivan Sandrof Lifetime Achievement Award, il National Book Award e il PEN/Malamud Award for Excellence in Short Fiction. Autrice enormemente prolifica, ha scritto alcune delle opere più significative del nostro tempo. Per La nave di Teseo ha pubblicato Ho fatto la spia (2020), Pericoli di un viaggio nel tempo (2021), La notte, il sonno, la morte, e le stelle (2021), L’altra te (2022) e le nuove edizioni di Una brava ragazza (2020), La figlia dello straniero (2020), Blonde (2021) e Sorella, mio unico amore (2022). Ha insegnato alla Princeton University ed è membro dell’American Academy of Arts and Letters dal 1978.