Raymond Chandler – Finestra sul vuoto

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Raymond Thornton Chandler è stato un romanziere e sceneggiatore americano.
Nel 1932, all’età di quarantaquattro anni, Raymond Chandler decise di diventare uno scrittore di romanzi polizieschi dopo aver perso il lavoro come dirigente di una compagnia petrolifera durante la Depressione. Il suo primo racconto, “I ricattatori non sparano”, fu pubblicato nel 1933 su Black Mask, una popolare rivista pulp. Il suo primo romanzo, Il grande sonno , fu pubblicato nel 1939. Oltre ai suoi racconti, Chandler pubblicò solo sette romanzi completi durante la sua vita (anche se un ottavo in lavorazione alla sua morte fu completato da Robert B. Parker). Tutti tranne la riproduzione sono stati trasformati in film, alcuni più volte. L’anno prima di morire fu eletto presidente dei Mystery Writers of America. Morì il 26 marzo 1959 a La Jolla, California.

Chandler ha avuto un’enorme influenza stilistica sulla letteratura popolare americana ed è considerato da molti il ​​fondatore, insieme a Dashiell Hammett, James M. Cain e altri scrittori di Black Mask, della scuola hard-boiled della narrativa poliziesca. Philip Marlowe di Chandler, insieme a Sam Spade di Hammett, sono considerati da alcuni sinonimi di “investigatore privato”, entrambi interpretati sullo schermo da Humphrey Bogart, che molti consideravano la quintessenza di Marlowe.

Finestra sul vuoto (The High Window) è il terzo romanzo di Raymond Chandler in cui il protagonista è il detective Philip Marlowe. È stato scritto nel 1942 e viene ora pubblicato da Adelphi Edizioni. Disponibile dal 12 marzo 2024 con questa sinossi:

L’aria di Pasadena è «immobile, rovente e profumata» quando Marlowe, sigaretta spenta fra le labbra e cappello calcato sulla fronte, fa il suo ingresso nella sontuosa residenza di Mrs. Elizabeth Murdock. L’incarico che la donna gli prospetta dalla sua chaise-longue di vimini, mentre si scola un bicchiere di porto dopo l’altro, non si direbbe dei più difficili, né dei più pericolosi: ritrovare un’antica e rarissima moneta d’oro – il prezioso doblone Brasher – sottratta alla collezione del defunto marito, probabilmente dalla nuora scomparsa. Ma non appena Marlowe fiuta una pista promettente e sente a portata di mano la soluzione del caso, una serie di omicidi indecifrabili fa calare sull’indagine una fitta coltre di mistero.

Per vederci chiaro dovrà spingersi a Bunker Hill – «città vecchia, perduta, fatiscente e piena di balordi» – e frugare palazzi popolati da inquilini sfuggenti, portieri che «sono sempre un po’ cani da guardia e un po’ ruffiani», «uomini anziani dai volti che sembrano battaglie perse». Niente, comunque, che un detective del suo calibro, armato come sempre di laconico cinismo e un’aria imperturbabile da eroe romantico, non possa affrontare, e come sempre nella sua inimitabile maniera, attraversando la nera notte di Los Angeles fra ricatti, night club, pinte di whisky e segreti celati dal tempo.