Dror Mishani – Fede

186

Editore E/O / Collana Dal Mondo
Anno 2024
Genere Noir
272 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Alessandra Shomroni


“Quando sei al piano terra non riesce a vedere l’intero quadro di una situazione, né cosa accade all’ultimo piano. E io e te viviamo e lavoriamo al piano terra, avi. È questo il nostro posto. Se allunghi il collo ti farai solo male. O peggio, ti verranno le vertigini.”

Come dico spesso, è attraverso i libri e non solo di saggistica, che si scopre molto di più sui paesi che sembrano (e lo sono!) tanto lontani dal nostro. Certi comportamenti, certe dinamiche, alcuni aspetti della vita quotidiana, per noi all’apparenza banali, possono invece trasformarsi completamente non appena varchiamo i confini italiani.

In Israele non si scrivono libri gialli, perché la gente muore in guerra ogni giorno negli attentati, non più banalmente ammazzata dal vicino di casa. Questa considerazione è stata fatta da un autore che in Italia ha avuto grande successo con il romanzo Tre“ (Edizioni E/O 2020), ma che in precedenza era stato già tradotto con altri due romanzi che hanno dato vita al protagonista Avraham Avraham, ispettore di polizia di Tel Aviv. Stiamo parlando di Dror Mishani, scrittore israeliano studioso di letteratura, specializzato in storia del romanzo giallo.

In questo nuovo romanzo, intitolato “Fede”, troviamo il poliziotto a capo della divisione investigativa in procinto di trasferirsi. Aveva maturato quell’idea dopo soli due anni di attività nel distretto di Holon, nel quale occupava il posto della collega Ilana Lis, morta per malattia. Mentre lo sguardo si perdeva davanti a un lago ha capito di volersi occupare di altro. Amante dei libri con protagonista Kurt Wallander, il detective di Henning Makell, ma anche di Leonardo Sciascia – un richiamo a letture tipo “Il contesto” – il suo desiderio era salvare vite umane, combattere la crudeltà e la violenza, il male, ma allo stesso tempo ammirava quelle persone che cercavano di fermare la corsa iraniana alle armi nucleari e prevenire gli attacchi terroristici.

Non preoccupatevi, non troverete un trattato politico sulla guerra in atto, né richiami neanche vaghi che possano distogliere la lettura da un romanzo che vuole essere “solo” un giallo, il quale focalizza la narrazione su un certo tipo di violenza che avviene al di fuori delle mura domestiche, a certi atteggiamenti in uso tra ebrei e musulmani. E lo fa con un linguaggio (all’apparenza) semplice per due storie complicate e parallele: la scomparsa di un uomo, un turista svizzero uscito da un albergo senza pagare il conto e il caso di una neonata prematura abbandonata in un bar.
L’autore ci conduce, attraverso uno stile sofisticato e adatto a lettori che non amano le forti emozioni, nei meandri di una società che forse non conosceremo mai appieno. Mishani ci invita ad addentrarci tra le pagine, incentrate sulle relazioni e sulla psicologia dei personaggi che ruotano all’interno della storia dal respiro internazionale e dal desiderio di pluralismo religioso.

 Cecilia Lavopa


Lo scrittore:
Dror Mishani è nato nel 1975 a Holon, nel distretto di Tel Aviv. È diventato noto a livello internazionale grazie ai suoi romanzi gialli con protagonista l’ispettore Avraham Avraham: Un caso di scomparsa (Guanda 2013, diventato un film con Vincent Cassel), Un’ipotesi di violenza (Guanda 2015) e ora Fede, per le nostre edizioni. Mishani è anche studioso di letteratura, specializzato in storia del romanzo giallo. Tre (Edizioni E/O 2020) ha segnato per lui un punto di svolta: in Israele il romanzo è diventato un fenomeno letterario da decine di migliaia di copie, è stato pubblicato in molti paesi ed è rimasto per 10 settimane nella bestseller list dello Spiegel. Dror Mishani vive con la sua famiglia a Tel Aviv.