Stefano Mazzesi – Come asfalto sui prati

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Editore Clown Bianco Edizioni
Anno 2024
Genere Giallo
330 pagine – brossura e ebook


“Nell’estate del 1985 compii sedici anni, feci l’amore per la prima volta, cominciai a trasmettere alla radio, fumai la prima canna e guardai negli occhi un assassino”.

Questo l’incipit del romanzo di Stefano Mazzesi “ Come asfalto sui prati”.
Letto in una notte.
Romanzo intrigante, singolare; non solo giallo ma, anche e soprattutto, romanzo di formazione.
Michele Rio, sedici anni, è la voce narrante.
E’ la sua festicciola di compleanno: la torta, gli auguri dei genitori, la mamma che canta Tanti auguri a te con la sua bellissima voce.
Sarebbe un giorno felice, se non fosse l’ultima volta che Michele vede la madre.
Il giorno dopo, infatti, la donna viene ritrovata stuprata e barbaramente uccisa in una piazzola sull’autostrada vicino ad Albenga. Che cosa faceva così lontana da Ravenna, la sua città? Perché era lì?
Ma non basta questo dolore straziante: il padre di Michele nello stesso giorno viene licenziato dal lavoro, unico sostentamento della famiglia. C’è di che diventare adulti di botto in un giorno solo. Michele non si arrende: insieme con il padre, è deciso a scoprire l’assassino – o gli assassini- della mamma, e come primo passo si reca a parlare con Raul, il camionista di Moena che ha scoperto il cadavere.
Con Raul nascerà una sorta di timida amicizia, una solidarietà fra persone provate dalla vita e colpite negli affetti più cari.

A poco a poco, un piccolo passo avanti è compiuto dai nostri investigatori dilettanti, aiutati da un giornalista curioso: l’assassino segue un progetto ben preciso, addirittura un percorso. Sta a loro scoprire quale, come se fosse semplice!
La ricerca li porterà in giro per l’Europa, a conoscere ambienti fino allora sconosciuti, personaggi strani, ambigui – e se fra loro ci fosse proprio il serial killer?
Fino alla risoluzione del caso, tra momenti altamente drammatici e sorprese a non finire.

Il bello di questo romanzo è il contorno. Perciò ho definito la vicenda un romanzo di formazione. Infatti, l’autore, nel narrarci questa storia nera, ci introduce nella vita privata di Michele, che è fatta di scoperte e di novità, in quell’anno 1985. Le scoperte, ahimè, non sono soltanto piacevoli, come il sesso, i primi turbamenti d’amore: la conoscenza di una ragazza disinibita e viziosa, smuove nel ragazzo curiosità e voglia di nuove esperienze.
Le “canne” fanno parte di questa esperienza. Una canna, in verità. Michele è un ragazzo equilibrato, e nulla lo potrà distogliere dal suo obiettivo: la scoperta dell’assassino.
Anche fare lo speaker per la prima volta, timidamente , in una radio privata, fa parte della maturazione…e chissà che non diventi poi un impegno più serio e costante…

Il migliore amico di Michele, a cui lo legano ricordi di una vita, si allontana da lui; a niente valgono l’affetto, i timori, i tentativi di dialogo. Un dolore immenso, vedere un ragazzo scendere la china dell’autodistruzione, e non poter fare nulla.
Un’ altra cocente delusione: la scoperta che il padre non fosse il Papà senza macchia che Michele immaginava…a quanti adolescenti succede, scoprendo le debolezze e gli errori degli adulti, di genitori che parevano degli eroi, e sono solo esseri umani, deboli e fragili?
Ma a volte , dopo la scoperta, si trova la forza di riavvicinarsi, di instaurare un dialogo, non più fra padre e figlio, ma fra due adulti, di nuovo vicini, uniti e resi forti da un comune dolore. Tutte queste sfumature, legate insieme intorno alla storia principale, arricchiscono il romanzo, che non è solo più un giallo, ma molto altro.

Stefano Mazzesi mi ha piacevolmente sorpresa con questa storia. Originale come location – lascio scoprire ai lettori! E pure come trama. Sarà per questo che, iniziata la lettura, non ho chiuso il libro fino all’ultima riga (erano le sei del mattino!).
Con uno stile gradevole e pulito, con riflessioni semplici ma universali, che ho fatto mie, come questa:
“Dopo tanti anni il ricordo della nonna era più vivo che mai. Soltanto i ricordi fanno sì che certe persone siano esistite. A volte anche i sogni, certo, ma con i ricordi è tutto più facile, più diretto. I ricordi sono solo nostri, e quando abbiamo bisogno di loro sono sempre lì, a disposizione. Non siamo costretti ad aspettare i loro comodi”.
Bravo, Stefano Mazzesi. Promosso!

Rosy Volta


Lo scrittore:
Stefano Mazzesi è nato e vive a Ravenna. Negli anni Ottanta ha lavorato come speaker radiofonico per diverse emittenti locali. L’esordio letterario avviene nel 2012, quando per Foschi Editore, nella collana I Narratori diretta da Eraldo Baldini, pubblica il romanzo Bianco come la notte, poi uscito, in edizione ampliata e riveduta, col titolo Mare bianco per Clown Bianco Edizioni nel 2021. Nel 2013, il suo racconto Il cercatore di bolle è stato finalista al Premio Polidori. Con Nero Press ha pubblicato, nel 2015, Rosso e nero. Sempre nel 2015, la canzone Un giorno a colori, di cui è autore del testo, ha partecipato al 58° Zecchino d’Oro. Nel 2016, per Clown Bianco, è uscito il romanzo breve La voce dell’acqua. Nel 2020, il suo racconto La scelta è stato fnalista al Premio Scritture di Lago. Nel 2022 è uscito Cuore di polvere, il secondo romanzo, dopo Mare bianco, che vede protagonista il conduttore radiofonico Michele Rio