Joyce Carol Oates ha ricevuto numerosi importanti riconoscimenti, tra i quali ricordiamo: la National Medal of Humanities, il National Book Critics Circle Ivan Sandrof Lifetime Achievement Award, il National Book Award e il PEN/Malamud Award for Excellence in Short Fiction. Autrice enormemente prolifica, ha scritto alcune delle opere più significative del nostro tempo. Per La nave di Teseo ha pubblicato Ho fatto la spia (2020), Pericoli di un viaggio nel tempo (2021), La notte, il sonno, la morte, e le stelle (2021), L’altra te (2022) e le nuove edizioni di Una brava ragazza (2020), La figlia dello straniero (2020), Blonde (2021) e Sorella, mio unico amore (2022). Ha insegnato alla Princeton University ed è membro dell’American Academy of Arts and Letters dal 1978.
Il prossimo 5 dicembre l’autrice sarà a Milano, al Noir in Festival, per la consegna del Premio Chandler alla carriera, in collaborazione con La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi.
Nel frattempo, uscirà il suo nuovo romanzo intitolato Macellaio, pubblicato da La Nave di Teseo, disponibile dal 26 novembre in tutte le librerie.
In attesa di leggerlo per voi, vi lasciamo alla sinossi dell’editore:
Un viaggio da incubo attraverso le regioni più oscure della psiche umana. Un romanzo perturbante, tratto da una storia vera, su un manicomio femminile e i terribili esperimenti di uno scienziato che per decenni ha perpetrato impunemente.
Basato su documenti storici autentici, Il macellaio segue la carriera del dottor Silas Weir, “padre della ginecologia”, mentre passa dall’anonimato professionale alla fama nazionale. Umiliato da una procedura andata terribilmente storta, Weir è costretto a cercare lavoro presso il New Jersey Asylum for Female Lunatics, istituto sul quale, nel giro di poco tempo, regna indisturbato.
Qui infatti gli è permesso di continuare con le sue macabre pratiche, senza controllo, per decenni, concentrandosi sulle donne trascurate dallo Stato e dalla sanità, donne che sottopone a esperimenti e privazioni grotteschi. Mentre inizia ad affermarsi come un pioniere della chirurgia del diciannovesimo secolo, l’ambizione di Weir è alimentata dal suo fascino ossessivo per una giovane serva irlandese di nome Brigit, che diventa non solo il principale soggetto sperimentale di Weir, ma anche l’unica in grado di contrastare il suo dominio di follia e terrore.