Max Hastings – Abisso

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Editore Neri Pozza / Collana I Colibrì
Anno 2024
Genere Saggio
608 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Karel Plessini


Sembra che 75.000 anni fa gli umani fossero sull’orlo dell’estinzione, ridotti a poche migliaia di individui, in un pianeta freddo e buio.
È il 1962, tredici giorni di ottobre, per la seconda volta, dopo migliaia di anni, l’umanità torna ad essere vicina all’abisso. Questa volta non per un abrupt climate change ma per una guerra nucleare.
Questa è una storia di spie e armi, di idee, ideologie e personalità, di mappe e territorio, di politici, militari e diplomatici e dell’intera umanità che sta a guardare, di intrighi e apparati che si fronteggiano e combattono in una guerra ambigua, sporca, in molti modi nuova, reale e immaginata. Il racconto di giorni e ore che rischiano di diventare secondi. Questa è la storia della crisi dei missili di Cuba, a un passo dall’Abisso, mai come prima da 75.000 anni e la racconta Max Hastings.

John Guerrasio, un bambino di Brooklyn, la mattina precedente era stato convocato in cucina dalla madre assieme ai suoi cinque fratelli: «Potremmo non rivederci più» disse loro commossa, «oggi pomeriggio il mondo potrebbe finire». Poi recitarono tutti insieme una preghiera: «Aveva trovato una poesia che descriveva New York City mentre subiva un attacco nucleare, con i grattacieli che formavano canyon che si riempivano d’acqua come in quei film catastrofici. E ci lesse quella poesia, e ci baciò, e tutti ci avviammo a piedi verso la scuola pensando che la fine del mondo fosse arrivata…»

Il libro comincia introducendo quelli che sono i personaggi principali e su cui lo storico Hastings dedica tempo, pagine, attenzione. I dettagli della vita, del carattere, dell’inconscio quasi di Nikita Chruščëv, John Fitzgerald Kennedy e Fidel Castro sono esposti come elementi essenziali delle vicenda, in una pratica della teoria dei Grandi uomini. I traumi, le nevrosi, i pregi e i difetti dei tre emergono lungo tutto il racconto della vicenda ed è chiaro perché: azioni e parole di questi tre uomini stabiliscono di quanti passi, di quanti secondi si è stati più o meno vicini alla fine del mondo. Hastings è attento e meticoloso nel descrivere lo stato delle collettività di cui questi tre leader sono a capo. Mentre l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale è concentrata su Berlino, diventata il fronte “freddo” tra il “mondo libero” e il blocco sovietico, Cuba, gli Stati Uniti e l’Unione sovietica sono tre paesi in qualche modo rispettivamente di fronte a un bivio, con problemi irrisolti, stress sociali ed economici, speranze e sogni neri. Sembra sia la brama dei Kennedy per la Cuba rivoluzionaria dopo il fallimento della Baia dei Porci a ispirare la mossa di Chruščëv di installare in segreto armi nucleari sull’isola caraibica. C’è come un equilibrio precario e insostenibile prima della Crisi dei missili, distruggere un equilibrio per crearne un altro è qualcosa che sembra folle, irrazionale, controintuitivo. E il controintuitivo è un qualche procedimento cognitivo con cui gli umani devono avere a che fare adesso che sul pianeta si trovano armi nucleari ed è qualcosa che nessuno gli ha insegnato, non c’è storia o precedente. Abisso è infatti un viaggio di una terribile prima volta in territorio sconosciuto. La sensazione dell’orribile ignoto di questi uomini e donne di qualche generazione fa permea ogni pagina.

Nel 1948, in occasione delle celebrazioni per il trentennale dell’armistizio, il generale Omar Bradley disse: «Viviamo in un’epoca di giganti nucleari con l’etica di bambini, in un mondo che ha raggiunto uno splendore privo di saggezza, un potere privo di coscienza».

Hastings non si astiene dal commentare i comportamenti dei leader politici e militari che appaiono nella vicenda. Duro contro i generali americani che sembrano voler usare la forza per risolvere la minaccia dei missili a pochi minuti dalle città della costa Est, durissimo soprattutto contro Fidel Castro che preme per un first strike nucleare contro gli Stati uniti. Non c’è neutralità immaginaria, farisea, da chiedere allo storico. Il tribunale della civiltà non può rimanere indifferente per coloro che non si sono adoperati per evitare l’irredimibile dell’apocalisse nucleare. E scorrendo la linea degli eventi, in climax e anticlimax, è chiaro al lettore e alla lettrice e a volte anche ai personaggi storici, quanto vicini si è arrivati a uno scontro nucleare. Abisso alterna testimonianze e prospettive alle mosse degli apparati militari. Navi, aerei, soldati e ingegneri, capitani e piloti, sono i singoli in enormi macchine che si trovano a operare nella solita nebbia di guerra e insieme con i tempi e i numeri inumani dei dispositivi e gli schieramenti nell’era atomica. Dai dialoghi riportati da Hastings dei gruppi di lavoro da una parte all’altra della Cortina di ferro emergono numeri che crescono esponenzialmente fino a perdere senso: quelli delle sortite, delle vittime, dei fronti possibili che potrebbero aprirsi, dei tempi di reazione ed evacuazione, milioni e megatoni.
Va ricordato, è stranamente essenziale, che Abisso non è finzione, è un libro di storia. La bravura come scrittore di Hastings a volte lo fa dimenticare a vantaggio dell’esperienza di lettura ma non è solo questo. Quello che stiamo leggendo è il “the real thing” di Annie Jacobsen. Il tempo degli eventi fa rientrare Abisso in un forse involontario non-fiction thriller. Come scrive benissimo Siegmund Ginzberg in Macellerie (Feltrinelli, 2024) “L’elemento thriller è nei tempi”. Gli eventi reali narrati, la loro velocità, complessità delle dinamiche, la posta in gioco compongono, ispirano i trope, le trame, le idee creative del thriller politico moderno e contemporaneo. Dalle registrazioni passate alla storia alla Casa bianca è al contrario immediato percepire a quanta poca finzione si assiste guardando il Dottor Stranamore.

Più avanti, Juanita Moody avrebbe raccontato, «Sentivo che in un certo senso tutta la mia carriera era stata una preparazione per la crisi»

Il culto machista della morte del rivoluzionario, il bisogno di creare dissonanza del comunista e l’imperialista in denial lascia spesso lo spazio a squarci della vita dell’uomo e della donna comune in quei giorni. Sono momenti e pagine preziose, emotive, attimi della prospettiva di chi è lontano dalle stanze dei bottoni e vive e aspetta, mentre l’apocalisse incombe, mostrando una storia dalla Storia con protagonisti gli incolpevoli cittadini adesso del mondo, in una comunità umana che ha paura e spera. Di fronte ad Abisso, tra gufi, folli, falchi e colombe, c’è una lezione immediata per vivere e continuare a vivere su questo pianeta: il primato della politica deve essere protetto come baluardo contro quelle che sembrano spinte inconsce sistemiche antiumane. Nelle stanze, nelle trincee e sulle navi da guerra molti uomini e donne sanno benissimo cosa c’è in gioco, l’inflazionato “fallimento dell’immaginazione” non c’è stato.
Mentre altre macchine del rischio esistenziale globale sembrano essere in moto la lezione di uomini e donne che sono riusciti a impedire una guerra nucleare è quanto mai importante. Il finale di quella storia in fondo lo stiamo vivendo. È certo che i cittadini del pianeta di fronte ad altri abissi siamo noi.

Antonio Vena


Lo scrittore:
Max Hastings scrive per il Daily Mail e il Financial Times. Ha ricevuto numerosi premi per i suoi libri e le sue inchieste: Reporter of the Year nel 1982 e Editor of the Year nel 1988. Nel 2008 ha ottenuto la Medaglia Westminster per il suo contributo alla letteratura militare, e nel 2009 l’Edgar Wallace Trophy del Press Club di Londra. Tra le sue opere figurano Inferno. Il mondo in guerra 1939-1945 (Neri Pozza, 2012), Catastrofe 1914. L’Europa in guerra (Neri Pozza, 2014), Armageddon. La battaglia per la Germania 1944-1945 (BEAT, 2016) e La guerra segreta. Spie, codici e guerriglieri 1939-1945 (Neri Pozza, 2016).