Domenico Wanderlingh – L’ultima estate a Villa Domus

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Editore Guanda / Collana Guanda Noir
Anno 2025
Genere Noir/Giallo
400 pagine – brossura e ebook


Un bel noir in cui il tema ricorrente è il ritorno.
Prima di tutto c’è quello di Anita Landi che ritrova la sua Maremma fresca di promozione al grado di commissario, con al seguito una figlia frutto di una passione mai del tutto sopita. Sentimento profondo che tornerà con ondate sempre più potenti costringendo Anita e Duccio, il padre di sua figlia, a dover guardare prima di tutto sé stessi con uno sguardo reso più maturo e responsabile da una genitorialità tanto inaspettata quanto vissuta con fortissima empatia.
Non meno importante è il ritorno dell’avvocato Gazzola, grande amico di Anita che, dopo gli eventi dirompenti dell’ultimo caso risolto insieme, esce da un periodo nerissimo di depressione e fobie soffocanti e rimette in moto la sua vita quotidiana, condita di mille piccole accortezze che lo aiutano a gestire i fantasmi della sua “non-vita” precedente. Ma, soprattutto, torna a quella vita professionale che gli ha regalato una meritata fama in tutto l’ambiente legale milanese.

Quella stessa fama farà sì che venga contattato da una ricchissima e potentissima imprenditrice milanese per fare luce sul caso della morte, avvenuta vent’anni prima, della figlia dodicenne nella residenza estiva di famiglia archiviata come omicidio e il cui presunto colpevole, prima di morire in carcere, manda alla madre e ad altri sei protagonisti del tragico evento sette lettere che portano alla luce una narrazione diversa da quella scritta fin lì e convincono la signora a riaprire una cicatrice mai del tutto rimarginata per poter finalmente fare i conti con una morte di cui sente su sé stessa parte della responsabilità.

Sarà poi un ritrovamento del tutto fortuito nel Parco della Maremma a mettere in moto un’intricatissima indagine che sfocerà nel ritorno più scottante, quello di tutti coloro che erano presenti la notte del delitto a Villa Domus dove ognuno di loro dovrà affrontare, una volta per tutte, il castello di menzogne grandi e piccole costruito per occultare una verità rimasta sepolta per vent’anni.

Wanderlingh costruisce un mosaico noir composto da una miriade di tessere che con tutta la pazienza, il talento e il fiuto investigativo, la sua protagonista rimette al loro posto inchiodando senza scampo tutti gli attori della storia alle loro piccole e grandi responsabilità, districandosi abilmente all’interno dell’intreccio magistrale costruito dall’autore.
Ancora una volta, Domenico Wanderlingh entra negli ambienti riservati ed esclusivi delle famiglie dell’altissima borghesia milanese le cui reputazioni hanno una facciata impeccabile, al pari di quelle delle loro lussuosissime dimore, dietro le quali si vivono però drammi simili, o anche peggiori, di quelli che toccano le famiglie appartenenti agli strati più bassi della gerarchia sociale.
Ma se agli antipodi della società i problemi spesso vengono affrontati a viso aperto seppur a volte con conseguenze tragiche, nel silenzio ovattato e assordante delle residenze di lusso la gestione delle stesse situazioni deve necessariamente tenere conto di principi come “il buon nome della famiglia” o “l’integrità” di imperi economici che hanno la precedenza assoluta sulle istanze delle singole persone.

Proprio per questo la soluzione a quelli che possono considerarsi normali ostacoli al sereno scorrere di un ménage familiare, diventa più complessa e, se necessario, più cruenta di quella che si adotterebbe in dinamiche sociali meno rigide e più tolleranti nei confronti di chi deraglia dalla via maestra che in ambiti sociali di elevato rango viene tracciata con rigore estremo.
Asciutta e coinvolgente la scrittura di Wanderlingh, non indugia in descrizioni troppo minuziose limitandosi a pochi pennellate per contestualizzare l’azione, ma lascia poi ai protagonisti il compito attraverso le loro riflessioni e i loro dialoghi, facendo entrare il lettore dritto dritto nella scena. Grazie a questo stile essenziale, ma non povero, la lettura scorre veloce tenendo sempre il lettore nel giusto stato di tensione, di quelli che ti fanno sempre desiderare di cominciare il capitolo nuovo sperando che non finisca troppo presto. E quando succede, ti fa desiderare di leggere il seguente e così via, fino a quando ti accorgi di essere arrivato in fondo a goderti un finale con un colpo di scena che è degna chiusura di un bel noir.

Mauro Bossi


Lo scrittore:
Domenico Wanderlingh è nato a Palermo ma vive tra Milano e Città di Castello. Dopo aver autopubblicato due romanzi e un’antologia di racconti molto apprezzati in rete, ha esordito in libreria con la serie dedicata alle indagini dell’ispettrice Anita Landi. Il primo caso, Il passato non si cancella, e il secondo, È colpa mia, sono stati riproposti in TEA, mentre per Guanda è uscito il romanzo L’enigma della carta Varese (Premio letterario Franco Fedeli).