Massimo Carlotto – L’oscura immensità della morte

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Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956. Scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi, ha esordito nel 1995 con il romanzo Il fuggiasco, pubblicato dalle Edizioni E/O e vincitore del Premio del Giovedì 1996. Per la stessa casa editrice ha scritto: Arrivederci amore, ciao (secondo posto al Gran Premio della Letteratura Poliziesca in Francia 2003, finalista all’Edgar Allan Poe Award nella versione inglese pubblicata da Europa Editions nel 2006), La verità dell’Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Le irregolari, Nessuna cortesia all’uscita (Premio Dessì 1999 e menzione speciale della giuria Premio Scerbanenco 1999), Il corriere colombiano, Il maestro di nodi (Premio Scerbanenco 2003), Niente, più niente al mondo (Premio Girulà 2008), L’oscura immensità della morte, Nordest con Marco Videtta (Premio Selezione Bancarella 2006), La terra della mia anima (Premio Grinzane Noir 2007), Cristiani di Allah (2008), Perdas de Fogu con i Mama Sabot (Premio Noir Ecologista Jean-Claude Izzo 2009), L’amore del bandito (2010), Alla fine di un giorno noioso (2011), Il mondo non mi deve nulla (2014), la fiaba La via del pepe, con le illustrazioni di Alessandro Sanna (2014), La banda degli amanti (2015), Per tutto l’oro del mondo (2016) e Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane (2017).
Sempre per le Edizioni E/O cura la collezione Sabot/age.
Per Einaudi Stile Libero ha pubblicato Mi fido di te, scritto assieme a Francesco Abate, Respiro corto, Cocaina (con Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo) e, con Marco Videtta, i quattro romanzi del ciclo Le Vendicatrici (Ksenia, Eva, Sara e Luz). Nel 2024 esce Trudy. Per Rizzoli ha pubblicato Il Turista (2016) e E verrà un altro inverno (2021); per Feltrinelli nel 2020 Ballata per un traditore e nel 2021 Refrain (con Pasquale Ruju e David Ferracci); per Mondadori, invece, Il Francese (2022).
I suoi libri sono tradotti in molte lingue e ha vinto numerosi premi sia in Italia che all’estero. Massimo Carlotto è anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani, riviste e musicisti. (fonte IBS)

Per SEM Editore, in libreria dal 4 giugno 2025, il nuovo romanzo intitolato L’oscura immensità della morte  che riporta questa sinossi:

L’oscura immensità della morte è un classico del noir europeo, riscrittura implacabile del Conte di Montecristo spogliato di ogni epica e di qualsiasi grandezza, affresco – acido e senza appello – del compiersi di una vendetta. Perché è proprio la vendetta ciò che Silvano Contin brama. Una volta era un uomo felice. Poi, all’improvviso, è sprofondato in un incubo da quando la moglie e il figlio sono stati uccisi nel corso di una rapina. Da allora ha scelto di alimentare la propria sofferenza guardando le foto dell’autopsia dei suoi cari, perché solo il dolore lo aiuta a orientarsi nell’oscura immensità della morte.

Ma dopo quindici anni arriva l’occasione che ha tanto atteso. Raffaello Beggiato, il responsabile del duplice omicidio, sta scontando l’ergastolo. Sembra cambiato, anche se non ha mai voluto rivelare il nome del complice della rapina, che è riuscito a farla franca. Quando gli viene diagnosticato un male incurabile, Raffaello presenta un’istanza di grazia e – in subordine – una richiesta di sospensione della pena. Per concedere la grazia, però, è necessario l’assenso di Silvano. Parte da qui la catena di eventi che, nelle pieghe di un Veneto incanaglito e feroce, e in un vorticoso procedere di colpi di scena, trasforma colui che ha patito l’orrendo sopruso in un cacciatore senza scrupoli, mentre il carnefice di un tempo diventa preda.

Nel suo romanzo più estremo, Massimo Carlotto compone un viaggio al termine della notte del sistema giudiziario, svela la rivalsa tribale nascosta dietro alla retorica che avvolge i “parenti delle vittime”, mostra il tarlo che scava nell’Italia delle emergenze infinite, dell’accanimento persecutorio e della paranoia securitaria. Soprattutto: ci ricorda che nella letteratura nera – e spesso nella realtà – per ricomporre l’ordine infranto non sono sufficienti le sentenze, non bastano le pene e nemmeno le galere. A volte, non serve neppure la verità.