Peter Blauner – Slow Motion Riot

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Editore Il Saggiatore
Anno 2014
Genere noir
477 pagine – ebook
Traduzione di Sergio Altieri
(Prima edizione Il nero dell’arcobaleno – Mondadori Collana Oscar bestsellers 1999)
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Slow-motion-riotmPrimo romanzo di Peter Blauner, che gli valse l’Edgar Eward nel 1992 come miglior opera d’esordio, leggendo Slow Motion Riot si ha la sensazione essere passeggeri di un treno lanciato ad altissima velocità, su un binario morto e senza manovratore. Si, perché quando comincerete a sfogliare le pagine di questo romanzo, vi renderete conto di quanto sia duro, cattivo, cinico e disperato.

Logicamente il “manovratore” Peter Blauner c’è, eccome! E sa condurre egregiamente la trama, ma la sua capacità è stata quella di addentrarsi nella vita di strada, tra ebrei, ispanici e nigger, fumatori di crack e poliziotti al limite – diciamo anche oltre – della legalità, senza prepararci a quello che ci avrebbe fatti leggere. E l’effetto è un noir durissimo. Di quelli che piacciono a questo blog.
Prima edizione pubblicata in Italia nel 1999 da Mondadori per la Collana Oscar Bestsellers, con il titolo Il nero dell’arcobaleno,  forse non ha ricevuto consensi sufficienti per coronare Peter Blauner al pari dei grandi autori americani, cosa che mi auguro possa succedere oggi.
Steven Blaum è un ufficiale per la libertà vigilata del Dipartimento di polizia di New York. Gli sguardi che incontra non sono proprio carichi di speranza, per nulla intimiditi da quel giovanotto ebreo alto e magro, neanche trentenne, con i capelli ricci e gli occhiali. Quello che vedono è l’ennesimo bianco autoritario che non conosce le loro storie, il quale vuole inculcare loro la direzione da seguire per “rigare dritto”.
Blaum lavora in un cubicolo – più simile a un sepolcro in cui vagano criminali senza speranza – con un carico di duecentocinquanta vigilati dei quali ne conosce di vista circa la metà. Un tempo aveva la remota speranza che, seppur per una fuggevole frazione, potesse rendersi utile a cambiare le vite dei suoi clienti.
Si rese conto ben presto che l’impresa era pari alla speranza per un kamikaze di sopravvivere con il suo aereo lanciato a picco verso il bersaglio.
Soprattutto quando si presenta all’appuntamento Darryl King: ha rapinato una stazione di servizio e, a soli diciotto anni, la lista dei suoi crimini è talmente lunga che fa concorrenza ai delinquenti incalliti. Eppure, non è mai stato incriminato prima, sicuramente per le ritorsioni che avrebbero avuto i testimoni oculari se avessero deposto contro di lui.
Steven ne aveva paura e, per la prima volta da quando svolgeva quel mestiere, si rese conto di avere a che fare con un ragazzo pericoloso che non doveva assolutamente rimanere in libertà.
Ma dietro una scrivania e un mare di scartoffie, non si ha la percezione della vita “vera” fuori da quelle mura e Steven se ne accorse prima di quanto credesse. Gli cambiano mansione e lo spediscono sul campo, lontano dalle ipocrite pastoie dell’assistenza sociale e dalle infami imbecillità della burocrazia. Doveva stanare chi la libertà vigilata non l’aveva rispettata. Così insieme a Bill Neill, reduce del Vietnam, e Angel Vasquez, reduce delle gang portoricane, giravano per i quartieri più malfamati di New York, da Harlem al Bronx, alla ricerca di qualcuno da mettere dentro. Sempre più in bilico tra l’aspirazione a redimere le vite di ragazzi sfortunati e l’uso delle armi e della violenza per mettere in carcere i recidivi, per Steven Blaum la scelta diventa sempre più orientata verso la seconda, dovuta alla constatazione dei risultati.
E la rabbia che lo pervade è devastante. Non serve redenzione, ma punizione.
E il conflitto sale ancor di più nei confronti di Darryl King, giovane ma con il destino già segnato come spacciatore di crack deciso a sbaragliare con chili di piombo i concorrenti sulla piazza  per impadronirsi del territorio.
Diventa così una lotta all’ultimo sangue fra la burocrazia e la vita di strada, tra immigrati di ogni razza e estrazione, tra spacciatori e spacciatori.
Peter Blauner ci lascia soli nei meandri delle scelte di vita e si interroga, attraverso il suo personaggio, se prendere le redini delle proprie azioni e affrontare quello che la maggior parte della gente è costretta ogni giorno, oppure voltarsi dall’altra parte e far finta di non vedere quello che ci circonda. Ma ci vuole coraggio in entrambi i casi.
Lasciare che tutto accada o scegliere da quale parte della barricata stare? Siamo artefici del cambiamento nostro e degli altri? A volte si ha la sensazione di dover abbattere un muro con un cacciavite.
La caratterizzazione dei personaggi è ben delineata: ci sono poliziotti buoni e poliziotti cattivi, ci sono delinquenti recidivi e altri che potrebbero uscire dal cul de sac in cui sono entrati.
Blauner sembra avvisarci: la scelta non dipende solo da loro stessi, ma dall’ambiente da cui sono circondati, dalla famiglia che li cresce, dalla volontà di cambiare. E se l’alternativa non è convincente, non ci sarà nulla da fare.
Un noir che ricorda lo stile di Derek Raymond o un James Ellroy prima maniera – diretto e spietato – il quale sonda la complessità dell’animo umano, le sue bassezze, le sue debolezze. Il risvolto psicologico è ancorché profondo nel marcare la disinvoltura con cui si attribuisce un valore pari allo zero alla vita di qualcun altro, visto come intralcio sul proprio cammino criminoso.
La narrazione è fitta, dissacrante, a tratti malinconica. Non mancano il ritmo cadenzato e l’azione esplosiva per chi ama i romanzi d’azione.
Si arriva alle ultime pagine del romanzo con la voglia di centellinare ogni riga e rallentare la corsa di questo treno, ormai prossimo all’impatto.
Niente da fare..BUM!
Romanzo magistrale, direi cinematografico.

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Lo scrittore:
Peter Blauner ha studiato alla Wesleyan University ed è stato corrispondente di cronaca nera per il New York Magazine. Slow Motion Riot, suo primo romanzo, ha vinto nel 1992 l’Edgar Award come miglior opera d’esordio. In seguito Blauner ha continuato l’attività di romanziere e ha scritto per la televisione, in particolare per la serie Law & Order. In Italia sono stati pubblicati L’intruso, L’uomo del giorno, L’ultimo giorno di quiete, Stella cadente. Un suo racconto è presente nell’antologia Wall Street Noir.