Andreas Pfluger – Nero assoluto

2359

Editore Emons
Anno 2017
Genere Thriller
416 pagine – cartonato e ebook
Traduzione di Monica Pesetti

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Jenny Aaron pulisce la sua pistola. La sua Browning. Un automatismo che è rimasto tale, forse l’unico vero legame che unisce la Jenny di ora alla Jenny del passato. Perchè Jenny, -ex membro del Dipartimento, un corpo d’élite della polizia e lei, prima donna a farne parte-, addestrata ad affrontare qualsiasi pericolo, ora è cieca. Il processo di pulizia della sua pistola è anche una restituzione del passato. Jenny Aaron ha visto la morte in faccia molte volte, prima di Barcellona, ma in quelle occasioni ha rispedito al mittente il macabro ed estremo invito al gran ballo finale. Ma Barcellona ha cambiato tutto.

L’ultima immagine, due auto affiancate. Lei ferita, l’altro, il criminale, deciso su cosa fare. Un duello da O.k. Corral al massimo dei giri, a tutto gas, tanto da non avere più il tempo di evitare la macchina di fronte. Occhi negli occhi. Lei e il criminale di turno. Come spesso le era accaduto, ma questa sfida di sguardi, sarà l’ultima. Lo sparo dall’altra macchina, una lama che le recide la luce. Il suo ultimo pensiero, già cieco, a Niko, il suo uomo e collega, che lei ha lasciato indietro, ferito. Non se lo perdonerà mai. Jenny Aaron muore abbagliata da un nero assoluto. Una seconda Jenny, risorge dal buio. Adesso, i suoi occhi lo sono gli altri sensi.

Cinque anni dopo, Jenny riceve una telefonata da Berlino. Lei ora lavora per l’ufficio federale della polizia criminale e i suoi ex colleghi le chiedono aiuto. Hanno bisogno delle sue abilità prodigiose come profiler e del suo sangue freddo. Riemergono gli amici di un tempo, riemerge Niko, sopravvissuto, ma anche un passato doloroso che continua a tormentarla. La storia è adrenalinica, il villain è pieno di insidie tanto quanto lo è il mondo nero dentro il quale Jenny Aaron ha imparato col tempo a muoversi. Lei vive questa sua nuova avventura con l’eleganza solitaria di un samurai. L’impressione di un distacco apparente, di una immobilità di chi si trova al centro di un uragano, è profonda, quasi carnale, nonostante ogni suo senso, ogni sua sensibilità sia sfruttata al fine di trovare la soluzione. D’impeto, viene alla mente il Rutger Hauer/Nick Parker di “Furia cieca” o il Ghost Dog di Jim Jarmusch. Regole, disciplina, sopravvivenza. La meditazione e l’applicazione che aprono nuove strade a un mondo d’ombra che suona come condanna e riscoperta in un lasso di tempo piuttosto breve.

Jenny si muove in un doppio labirinto buio, forte e caparbia di una nuova esperienza acqusita e di una vecchia esperienza che affiora, crudele e destabilizzante, pagina dopo pagina. Le mani la guidano, la mente la localizza, il mondo circostante viene saggiato, ogni dettaglio finisce per essere chiaro agli occhi ciechi. La cura, l’accortezza e la competenza con cui Andreas Pflüger racconta questo mondo buio e di suoni è una pietra preziosa e rara nell’intera storia. Sembra quasi che tutta la struttura del libro sia un bassorilievo progettato per far emergere questa condizione e questo modo di vedere diverso.

Jenny Aaron ci prende per mano e ci fa camminare per la storia. Ci apre le porte del suo universo buio, un buio non nero. Perchè lei è cieca, ma vede e ci fa vedere attraverso il suo modo di guardare. Reinhold Boenisch, al contrario, ci mostra cosa accade quando non si sente nulla a livello di cuore e si vede in maniera distorta un’esistenza creata da una mente cieca d’odio e vendetta. È un ribaltamento di ruolo, di prospettiva. Un’affascinante visione su due livelli per il lettore. Boenisch cerca Aaron. Vuole lei, fin dal loro primo colloquio.

Il romanzo, sta nei pensieri di Jenny. Il resto, è percezione. Una scrittura-telegramma, flash di parole stringate. Come un piede dopo l’altro su un sentiero da esplorare, da conoscere, in cui la scrittura si adegua all’apprendimento di spazio, tempo, persone della protagonista. Ma accanto a questo, ci sono descrizioni asciutte che si mescolano a approfondite ricerche allorquando la stesura lo richiede. Si impara il lavoro del cecchino nel dettaglio, ad esempio e si lavora i personaggi trasformandoli durante la lettura da un diamante grezzo a un diamante dalle molteplici sfacettature. In certi momenti, questa specificità eccessiva finisce però con l’appesantire la trama, togliendo l’agilità di cui necessita un libro come questo, che non sfigurerebbe come uno dei tanti episodi della saga di James Bond.

E come in James Bond la verosimiglianza fa lotta con l’inverosimile in nome dell’adrenalina e dell’azione. Il romanzo si rivela così un solido action thriller, con pennellate di dramma. Artisticamente, potrebbe essere una fusione tra l’esplosività drammatica e dilaniante di un Guernica e la riflessione umana, toccante, dissacrante e metodica dei chiaroscuri caravaggeschi. Ma si presenta anche nelle vesti di saggio di divulgazione, all’interno di una trama di intrattenimento. Due concetti di difficile assimilazione e coesistenza ma che Andreas Pflüger riesce a coniugare nella stessa maniera in cui la sua protagonista Jenny Aaron riesce a fare con buio e suoni, spinta dalla determinata volontà e desiderio di non camminare più in un nero assoluto.

Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini

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Lo scrittore:
Nato nel 1957 in Turingia, vive a Berlino ed è uno dei più apprezzati sceneggiatori tedeschi. Tra i suoi lavori, ha firmato la sceneggiatura dei film Il nono giorno e Strajk di Volker Schlöndorff, e oltre venti episodi della popolarissima serie tv Tatort.  Finalista al Crime Cologne Award 2016, Nero assoluto è il suo secondo romanzo, il primo di una serie con Jenny Aaron come protagonista.