Gianrico Carofiglio – La versione di Fenoglio

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Editore Einaudi / Collana Stile libero Big
Anno 2019
Genere Giallo
176 pagine – brossura e epub

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Partendo dal titolo, la mente non può non pensare al grande scrittore Beppe Fenoglio, che così tanto ha contribuito – con la sua produzione letteraria – alla storia della letteratura.
Ed è da qui che dobbiamo partire. Dall’amore per i libri, per gli scrittori, per le parole e l’uso che se ne fa, per la voglia di raccontare storie e di ascoltarle quelle storie.
La versione di Fenoglio è un concentrato di tutto questo, è uno spaccato di quell’elenco di aspetti di cui sopra, che tanto interessano i lettori, quella varia umanità che non può fare a meno di leggere, perché leggere è come respirare. Riuscireste a vivere senza respirare? E che dovrebbero interessare ed incuriosire (ma ahimè non accade) il resto della varia umanità che, per un motivo o per un altro, non ha ancora compreso la bellezza di un libro e di quello che ne è racchiuso.

Pietro Fenoglio, maresciallo dei Carabinieri, quasi in pensione e Giulio Crollalanza, giovane studente universitario di Giurisprudenza: due mondi che si incroceranno, complice un percorso di fisioterapia che entrambi devono seguire. A rompere il ghiaccio tra i due sarà proprio un libro che Giulio ha con sé, Un anno sull’Altopiano di Emilio Lussu.
Come un libro può creare un dialogo e non uno scontro. Se pensiamo alla differenza di età tra i due, verrebbe da pensare più che altro agli scontri generazionali più che agli incontri. E invece la sensibilità di entrambi farà si che si creerà un bel rapporto fatto di scambi di opinioni e di consigli, di un dialogo costruttivo che costituisce la base di ogni convivenza tra persone.
Quei dialoghi che ci portano a chiedere circa la vita dell’altro e a parlare di sé, con curiosità e rispetto. Da una parte l’esperienza di una persona adulta, che ha alle spalle un’ottima esperienza lavorativa, dall’altra un ragazzo che si affaccia alla vita, che si interroga su quello che davvero vuole farne della sua vita, riflettendo su ciò che gli piacerebbe fare.
“Se l’interlocutore non vale la pena, parlare di cose che per te sono importanti o fondamentali, cose che addirittura definiscono chi sei, conduce spesso alla frustrazione. Già trovare le parole adatte è difficile. Sei sempre esposto al rischio di impoverirle, quelle cose, di svilire il loro significato, di dissiparle. Se poi chi ti sta davanti, la persona con cui stai parlando non è capace, o non ha voglia, di ascoltare sul serio, allora quel senso di sperpero diventa più acuto, a volte quasi vergognoso.
Fenoglio decise che il ragazzo valeva la pena.”
Questo è un passaggio fondamentale del libro.

Le storie devono essere raccontate, non si deve smettere mai. Raccontare storie basate sulla propria esperienza significa trasmettere consigli che possono evitare che gli altri facciano gli stessi errori, significa consegnare nelle mani di chi ha voglia di ascoltare gli insegnamenti che possono aiutare a vivere meglio, significa contribuire a rendere il mondo migliore perché se non conoscessimo quello che ci ha preceduto e quello che ci circonda, come potremmo migliorarci e come potremmo migliorare il mondo?
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, dice un famosissimo detto. Giulio invece ascolta, Giulio vuole e ha voglia di ascoltare. E Pietro pensa che Giulio valeva la pena, valeva la pena raccontare a lui le sue storie. Perché Giulio rappresenta la parte bella dell’umanità, quella che vuole imparare, che non usa barriere e vuole accogliere quante più informazioni possibili, quella che è consapevole che il sapere e la bellezza possono migliorare la nostra vita. Lui ha i suoi dubbi, si fa mille domande, le domande che ognuno di noi si pone sul senso della vita, ma non ha chiusure mentali, è aperto all’accoglienza delle storie.
Pietro le sue storie le racconta attraverso alcune indagini che ha seguito nel corso della sua attività lavorativa come Carabiniere.
“Immaginare come potrebbero essere andati i fatti significa costruire una storia che contenga una spiegazione plausibile di tutti gli indizi che abbiamo, pochi o molti che siano. In questo senso l’investigatore è un costruttore di storie. E per costruire buone storie le parole sono importanti.
Giulio sbarrò gli occhi in un’espressione di divertita incredulità.
– Quindi si potrebbe dire che l’arte di investigare è l’arte di costruire storie?
Fenoglio ci pensò su.
– È una buona definizione, ma forse ne sceglierei un’altra. Direi che l’investigazione è l’arte di guardarsi attorno; sia in senso materiale sia in senso metaforico.”
Quelle indagini diventano il pretesto per raccontare la vita, la maniera attraverso la quale a lei ci approcciamo. E’ tutto un legame, la vita con noi stessi, con gli altri, in tutti gli ambiti, da quello lavorativo a quello sociale e familiare.
E torniamo al punto di partenza, l’importanza delle storie e delle parole.

La versione di Fenoglio non è un giallo o un thriller, come ci si aspetterebbe come lettori di Contorni di noir. Sì, c’è un maresciallo dei Carabinieri, sì c’è il racconto di alcune indagini, ma non possiamo definirlo un giallo.
Chi ama leggere, ama le storie e l’importanza delle parole. Se seguite questo blog significa che amate leggere, quindi come non consigliare la lettura de La versione di Fenoglio?
“Chi aveva detto che le storie, se non le racconti, si disseccano a poco a poco, si sbriciolano e scompaiono nel nulla? L’unico modo per preservarle è raccontarle. Chi lo aveva detto?”

Cecilia Dilorenzo

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Lo scrittore:
Gianrico Carofiglio ha scritto racconti, romanzi, saggi. I suoi libri, sempre in vetta alle classifiche dei best seller, sono tradotti in tutto il mondo. Ha creato il popolarissimo personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri. Per Einaudi ha scritto il racconto La doppia vita di Natalia Blum raccolto nell’antologia Crimini italiani (Stile libero 2008), Cocaina, con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo (Stile libero 2013 e e Super ET 2014), Una mutevole verità (Stile libero 2014, Super ET 2016 E Super ET 2018, Premio Scerbanenco), La regola dell’equilibrio (Stile libero 2014, Super ET 2016 e Super ET 2018), Passeggeri notturni (Stile libero 2016 e Super ET 2017), L’estate fredda (Stile libero 2016 e Super ET 2018), Le tre del mattino (Stile libero 2017) e La versione di Fenoglio (Stile Libero 2019).
Nel 2016 è stato insignito del Premio Vittorio De Sica per la letteratura e del Premio speciale alla carriera della XVII edizione del premio letterario Castelfiorentino di Poesia e Narrativa.