Dan Turèll – Assassinio di marzo

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20160209103309_261_copertina_webDan Turèll (1946-1993), scrittore, poeta, giornalista e performer, ha attraversato da protagonista la scena culturale danese di fine Novecento. L’inesauribile produttività – 87 titoli dal 1969 alla prematura scomparsa – il sorridente antiautoritarismo e l’inconfondibile sarcasmo stupito ne hanno fatto uno degli autori più amati di Danimarca. Assassinio di lunedì fa parte di una serie di dodici gialli.

Per Iperborea Editore, nelle librerie dal febbraio 2016 con la traduzione di M. V. D’Avino, questa la sinossi, in attesa di leggerlo per voi:
Marzo a Copenaghen, un giornalista senza nome, flâneur dei bassifondi e detective per il vizio di trovarsi sempre nel posto sbagliato, sta per recuperare un po’ di fiducia nell’umanità quando si imbatte in un ricco collezionista d’arte con un coltello piantato nella schiena. Nessun indizio nel suo lussuoso appartamento, a parte due quadri spariti, un Pollock e un Léger, ma la polizia scopre ben presto i sentimenti più che paterni che legavano il mecenate a un giovane pittore, suo ultimo protetto. Quando il ragazzo sparisce senza riscuotere la sua immensa eredità e i cadaveri cominciano ad aumentare, tutte le tracce portano dai quartieri alti ai vecchi vicoli a luci rosse della città, dietro le porte sempre chiuse di un misterioso night club. Poeta metropolitano e virtuoso della penna, fonte inesauribile di immagini folgoranti che brillano di uno humour geniale e amaro, Dan Turèll è entrato nei classici del giallo nordico come il Chandler danese. Amico di sbirri e prostitute, con lo sguardo smaliziato di chi ha visto quelli che si sporcano le mani e quelli che muovono i fili dall’alto, il suo giornalista senza nome ci trasporta in una Copenaghen hard boiled anni Settanta, tra inquieti teppisti, trafficanti di droga e avventurieri della notte, nella fumosa penombra di un vecchio film noir, al ritmo incalzante di una calda suite jazz.