Maurizio de Giovanni – Dodici rose a Settembre

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Editore Sellerio Palermo / Collana La memoria
Anno 2019
Genere Noir
271 pagine – brossura e epub


Per una lettrice , innamorata da sempre del commissario Ricciardi , e appassionata fan dei Bastardi di Pizzofalcone, trovarsi di fronte un nuovo personaggio, e per di più in chiave comica, è stato spiazzante. Ma per poco, lo confesso.
Seppure con toni totalmente diversi – opposti , direi – e con un’atmosfera che nasconde bene le sfumature drammatiche con l’ironia e le situazioni divertenti ho riconosciuto, forte e chiaro, lo stile del “mio” Maurizio de Giovanni. E allora…vai con la lettura!

Vi presento Mina (Gelsomina) Settembre, assistente sociale nei Quartieri Spagnoli a Napoli, con intorno un corollario di personaggi, uno meglio dell’altro.
Cito solamente i più importanti: Trapanese Rudy, il portiere, che ha un debole per il prosperoso davanzale di Mina, causa di molteplici imbarazzi.
Poi, il ginecologo del consultorio, inconsapevolmente bello,Domenico Gammardella ”chiamami Mimmo”, con cui Mina ha un rapporto conflittuale, che ci regalerà parecchi momenti divertenti.
Mimmo è identico al Robert Redford dei tempi d’oro, e Mina guardando il bel dottore ne ricorda ogni sua interpretazione nei vari film; fatto che accresce il suo turbamento, che non vuole ammettere.
Ma il migliore (o peggiore?) è quello che Mina chiama il “Problema Uno”: una madre invalida insopportabile, che la vessa continuamente per essere ancora nubile a quarant’anni, e la invita in modo colorito a darsi da fare, finché è in tempo.
Ma c’è anche un Problema Due, costituito nientemeno che dal già citato davanzale: un seno prosperoso, che non conosce forza di gravità e che crea turbamenti dovunque si trovi la donna; fonte, questa, di situazioni comiche talvolta al limite dell’esagerazione.

Mina ha una caratteristica: riconosce fin dal mattino quelle che lei chiama GdM, giornate di merda, in cui tutto va storto, ed è quasi eroismo affrontare la madre, il lavoro, la variegata popolazione che frequenta il Consultorio.
Ma è anche una donna sensibile, altruista e sa cogliere al volo i problemi quando si presentano, e poi agire di conseguenza.
Così, quando una bambina di undici anni una mattina della GdM si presenta, sola, dicendo che il padre ucciderà la madre, Mina scatta all’opera.
Con il suo pittoresco seguito si troverà ad affrontare con coraggio malavitosi, pericoli, situazioni difficili, ma ne uscirà vincitrice. In questa parte, seppure mascherati dal tono della storia, emergono tutto il disagio e il degrado di quei Quartieri .
Atmosfere che abbiamo trovato sempre, nei molti romanzi di Maurizio de Giovanni.
Della serie: comico, sì, ma senza dimenticare il sociale.

C’è, intrecciata alle vicende quotidiane di Mina , una storia parallela, molto intrigante, che dà la vena di noir a un romanzo principalmente divertente.
Vengono trovate uccise, in momenti successivi, alcune persone, assolutamente estranee fra loro: a ognuna erano state recapitate dodici rose rosse, una al giorno. Che senso aveva tutto ciò?
Gli investigatori, fra cui ci sono alcune macchiette, come il poliziotto Gargiulo (novello Catarella), non riescono a venirne a capo. Ma un giorno – sicuramente – alla luce dei fatti successivi, una GdM – anche Mina comincia a ricevere le famigerate rose rosse…
La situazione si fa scottante.
Il problema Uno, la madre, gioisce, pensando a un ammiratore segreto o all’ex marito, chissà? Sempre una possibilità di trovare uno straccio di uomo, ma non sarà così.

Maurizio de Giovanni ci regala, con questo ultimo lavoro, un’opera multiforme. Con il suo stile impeccabile e per me affascinante, passa da momenti seri, in cui la vicenda delle dodici rose procede, sempre con toni misteriosi, a momenti esilaranti, che sono numerosi.
La schermaglia fra Mina e Domenico “chiamami Mimmo”; quelle tra Mina e il portiere Rudy, che attenta al suo davanzale; quelle, ancora, fra il magistrato e il poliziotto Gargiulo, piacevolissime.

Abbiamo quindi, insieme, drammaticità, divertimento, ironia : ingredienti che mescolati fra loro danno un cocktail assai gradevole!
Sorprendente la capacità di de Giovanni di passare da storie dolorose (basti pensare al Giorno dei Morti, o a Cuccioli, e viene il groppo in gola…) a questa commedia dalle battute frizzanti e dall’ironia intelligente e colta.

Mina Settembre era già stata protagonista di alcuni racconti dell’autore; la speranza dei lettori è che questo romanzo non resti figlio unico, ma le avventure di questa simpatica donna procedano. Già siamo stati (momentaneamente?) privati del commissario Ricciardi, almeno lasciaci Mina Settembre, Maurizio!!!
Promosso!!!!!
Ps. Struggente il ringraziamento finale, dedicato al “Maestro”.