Giacomo Sartori – Baco

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Giacomo Sartori (Trento, 1958) è agronomo, e vive a Parigi. Autore di racconti e poesie, ha pubblicato i romanzi “Tritolo” (il Saggiatore,1999), “Anatomia della battaglia” (Sironi, 2005), “Sacrificio” (Pequod, 2008; Italic, 2013), “Cielo nero” (Gaffi, 2011), “Rogo” (CartaCanta, 2015) e “Sono Dio” (NN Editore, 2016).
Per Exòrma ha pubblicato nel 2019 “Animali non addomesticabili” (con Paolo Morelli e Marino Magliani). Alcuni suoi romanzi e racconti sono tradotti in francese, inglese e tedesco. È membro del blog collettivo Nazione Indiana.

Sarà disponibile in libreria dal 7 novembre il suo romanzo “Baco”, edito da Exòrma, di cui vi riportiamo la sinossi:

Una famiglia all’epoca dell’intelligenza artificiale. Abitano tutti insieme in un ex-pollaio e allevano api.
Il protagonista è un ragazzino di 10 anni, sordo profondo, iperattivo, preda di irrefrenabili scatti violenti dopo che la mamma è entrata in coma per un incidente d’auto. Spinto inizialmente verso la lingua parlata ma senza successo, il ragazzo non riesce a mettere dentro le parole tutto quello che pensa; quando invece apprende la lingua dei segni insieme alla giovane logopedista Logo, trova finalmente lo strumento per riflettere e comunicare.
Il padre giovanissimo è un esperto di alto livello di circuiti integrati e, sotto la copertura di un impiego presso la Nutella, si occupa di dare la caccia ai terroristi. Il nonno anarchico, con un passato di rivoluzionario, è un tassonomo di vermi e ha con il nipote un rapporto di grande complicità. Il fratello tredicenne, genio informatico, impegnato a progettare rivoluzionari algoritmi, sta mettendo a punto un essere virtuale: BACO. Questo personaggio digitale che impara in fretta, che interviene di nascosto su tutto, che interferisce continuamente ed è abilissimo a scatenare disastri, avrà un ruolo decisivo nella vita dei personaggi e nell’esito della vicenda.
Tra hackers, algoritmi e reti neurali, cruciale nel romanzo è il tema delle tecno-scienze e il loro impatto crescente sulla vita intima e relazionale delle persone. Fondamentali nella narrazione sono anche i temi della distruzione dell’ambiente, delle risorse e dello sviluppo incontrollato della scienza, l’antropocentrismo. Centrali sono la riflessione implicita sul linguaggio, con riferimento alla condizione del protagonista sordomuto, e il legame con la madre, fortissimo e struggente.

“Oggi ho detto a Q185 che non stavo tanto bene. E sono rimasto a letto. So bene che non devo contar balle, cara mamma, ma certe volte non si può fare a meno di travestire le parole come agenti segreti in missione. Ero talmente eccitato che il cuore mi batteva peggio di un tamburo, avevo l’impressione di non essere più sordo”.