Mezcla: World Noir in Italy: Marilu Oliva – The Female Poetic in New Millennium Crime Fiction

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Editore Troubador Publishing
Anno 2020
Testo in inglese
264 pagine – brossura
Illustrazioni di Niccoló Pizzorno


Mondo noir al femminile in Italia, crime fiction ed emancipazione femminile nella letteratura. Il testo di Piera Carroli, docente di lingua, letteratura e linguistica italiana presso l’Australian National University di Camberra e che predilige la “crime fiction” del nuovo millennio, è in inglese e dedicato al pubblico internazionale (grazie alla pubblicazione con la casa editrice londinese Troubador), ma diversi capitoli sono stati tradotti in italiano. L’autrice, infatti, che ha personalmente curato la stesura di Mezcla con il chiaro intento, come evidenziato nel sottotitolo “The Female Poetic in New Millennium Crime Fiction”, di dare visibilità alla produzione femminile in campo noir, ha deciso di dedicare parte di questo suo studio, all’opera omnia di Marilù Oliva per far sì di renderla quanto più familiare possibile ai lettori d’oltre manica (e non solo). Il tutto, cercando di spiegare l’effettivo ruolo della scrittrice bolognese all’interno del mondo letterario noir contemporaneo italiano.

Cosa vuol dire Mezcla? Intanto Mezcla per Marilù Oliva non significa soltanto un’amalgama di linguaggio. Marilù Oliva è un’autrice, ci spiega la Carroli, che riesce a raccontare il ventre molle di Bologna inoltrandosi in un mondo sconosciuto ai più. Lei cerca di descriverla fuori dal collaudato clichè che la vuole ancora come “una vecchia signora dai fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano ed il culo sui colli, Bologna arrogante e papale, Bologna la rossa e fetale…”. Potremmo quasi dire che il quid segreto del mezcla legato a Marilù Oliva sia nascosto nelle 264 pagine, collegate anche a scienza, metafisica, alchimia e mitologia, tutte cose che possono concorrere a risolvere i crimini. Ma è veramente così? E, se sì, quale ruolo assume l’esoterico nella trama? Porta a una contaminazione culturale? A una spinta di dare vita a una nuova e diversa forma di linguaggio che esuli dai variegati canoni del noir. Ma torniamo per un attimo al “diciamo” mondo noir che ci circonda. Intanto un applauso all’introduzione di Romano De Marco, che ha analizzato senza mezzi termini o compiacimenti, lo scenario del mondo editoriale italiano negli ultimi anni. Escluse alcune coraggiose che lui definisce: “sacche di resistenza”, sono ben poche le novità di rilievo. L’unilaterale e miope visione dei colossi del settore ha adottato la comoda usanza di clonare, ripetendole all’infinito, presunte chiavi di successo che mirano a contentare il mercato.

Sta di fatto che in Italia le librerie sono intasate da continue e ripetitive serie, ondate di erotiche trilogie, illuminanti saghe vampiresche adolescenziali e magari infinite storie dedicate a young adult. Per fortuna ancora alcuni (pochi, ohimè) editori inseguono l’obiettivo di vagliare il diverso e presentare serie proposte culturali al pubblico. Compito non facile e realizzabile solo grazie ad autrici e autori che coraggiosamente perseverano e portano avanti progetti mondi dalle logiche di mercato e dalle mode del momento. Il 2009 fu l’anno che, favorito dall’ascesa in scena di nuovi talenti italiani, si rivelò interessante per il panorama noir, Marilù Oliva esordì con il suo Repetita, pubblicato da Perdisa. Romanzo che evidenziava da subito lo spessore di una scrittrice. Repetita scandagliava con competenza e con una narrazione in prima persona, la mente di un serial killer bolognese, il classico e “innocuo” uomo della porta accanto. Romanzo convincente, apprezzato ed efficace preludio della successiva trilogia, la saga di Elisa Guerra, meglio nota come La Guerrera divisa in tre romanzi: Tú la pagarás! (2010) , Fuego (2011) e Mala Suerte (2012). Trilogia che portò la Oliva a introdurre, nella propria narrazione, una interessante serie di tematiche, poi sempre ricorrenti nei suoi futuri lavori. Nella saga della Guerrera, Marilù Oliva affrontava i temi del nomadismo e dell’integrazione inseriti in una inedita Bologna notturna, in bilico fra sogno e realtà, esaltate dalla danza e dalla magia nera. In quest’ottica, Marilù Oliva lasciava spazio anche a una certa ibridazione di linguaggio con un indovinato mixer tra lo spagnolo e il cattivo italiano degli emigrati. Ma, dal 2014, la Oliva ha intrapreso un nuovo progetto narrativo che, partito con Le Sultane, proseguiva con Lo Zoo (2015) e si completava con Questo Libro non esiste ( 2016). In Le Sultane Marilù Oliva ha affrontato, senza buonismo o retorica, ma con realismo e coerente lucidità il tema della vecchiaia. In Lo Zoo, si è lanciata in una convincente storia originale metaforica e densa di simbolismo.

Storia attraversata dalla diversità, dalla prevaricazione del potere, politico ed economico e dove danzano macabramente annientamento morale e corruzione dei costumi. Con Questo libro non esiste, la Oliva ha ripreso invece un registro narrativo più tradizionale, in cui ha immesso riflessioni sull’amore e sullo scorrere del tempo con richiami alla memoria. Una possente attività come autore – in parallelo a quella di docente scolastico, di capo-redattrice di Libroguerriero e apprezzata blogger – che ha prodotto, in questi primi anni della sua carriera narrativa, anche saggi, testi didattici, un romanzo per ragazzi di grande successo, La Squola (2016), e la cura di alcune antologie, patrocinate da associazioni a difesa dei diritti delle donne, come “Telefono Rosa”. Tra queste: Nessuna più (2013) e Il mestiere più antico del mondo? (2016) , con l’autorevole collaborazione di Dacia Maraini, Maurizio de Giovanni, Loriano Macchiavelli e tanti altri. Anche nei suoi ultimi due romanzi, due noir al femminile: Le spose sepolte (2018) e Musica sull’abisso (2019) entrambi pubblicati da HarperCollins, sono presenti le tematiche a lei care, quelle battaglie in difesa delle donne (con un occhio di riguardo verso il femminicidio e lo sfruttamento della prostituzione). Ma nei suoi ultimi lavori infatti Marilù Oliva va anche oltre la sua intensa e motivata battaglia al femminile che ancora oggi nel 2020, cerca spazio in un mondo a spinta prevalentemente maschilista e, per mezzo delle sue avventure gialle, non si fa scrupolo di trattare alcuni temi scomodi quali il senso di inadeguatezza che può bloccare, l’importanza attribuita a certe scelte comportamentali, il sempiterno valore dell’arricchimento fornito dalla cultura e dell’istruzione, purché non utilizzato per prevaricare gli animi altrui… Tutte scomode realtà che rendono ancor più significativo e opportuno il progetto della professoressa Carroli a lei dedicato. Progetto che intende proiettare, in chiave internazionale, il lavoro di un’autrice che ha fatto della ricerca nel campo dell’ibridazione e della contaminazione culturale nella parola scritta, una costante del suo percorso artistico. Perché forse è proprio dal narrare, inteso come mezzo di integrazione e incontro di culture diverse, che possono nascere certi indispensabili valori per un comune concetto di società multietnica.
L’ottima copertina è opera dell’ illustratore genovese Niccolò Pizzorno. Grazie a Marilù per aver citato il mio nome nell’appendice del testo.

Patrizia Debicke


L’autrice:
Piera Carroli, nata in Italia, è docente di lingua, letteratura e linguistica italiana e responsabile dell’Italianistica presso l’Australian National University a Canberra (Australia). Nel 2000 le è stato assegnato il premio “Vice-Chancellor’s Award for Excellence in Teaching” dal Rettore dell’ANU. Ha conseguito il Master of Arts in narrativa italiana (Alba de Cespedes) nel 1991 presso la Flinders University of South Australia e nel 2007 il Dottorato di Ricerca in Linguistica all’ANU. Ha pubblicato in campi di ricerca quali letteratura, linguistica, pedagogia, in Italia, Inghilterra, Australia, USA, Brasile, Olanda e Sud Africa. Attualmente si occupa di pedagogia della letteratura L2 e dell’insegnamento in chiave interculturale di lingua e letteratura. Nel 1993 ha pubblicato Esperienza e narrazione nella scrittura di Alba de Céspedes (Ravenna: Longo 1993), prima monografia edita.
Dal 2009 fa parte del gruppo di ricerca europeo EU COST COLLABORATION TO ISO 901 ACTION PROJECT WOMEN WRITERS IN HISTORY. Collabora inoltre al Louise Hays’ Biography per il quale ha già rivisto e annotato la voce “Bianca Capello” che verrà pubblicata nel I volume della ristampa dell’opera biografica di Hays nel 2012. Il nuovo ritratto di Bianca Capello da Piera Carroli sarà pubblicato nel nuovo sito della Chawton House.