Matsumoto Seicho – Un posto tranquillo

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Editore Adelphi / Collana Fabula
Anno 2020
Genere Noir
195 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Gala Maria Follaco


“Un posto tranquillo” arriva in Italia grazie ad Adelphi, casa editrice che ha già tradotto altri tre romanzi di questo autore. Considerato il Simenon giapponese, Matsumoto Seicho ha vissuto dal 1909 al 1922, e in questo arco di tempo ha pubblicato centinaia di romanzi e racconti.
Al di là di ogni paragone lusinghiero con lo scrittore d’oltralpe, scoprire attraverso i libri le mille sfaccettature del Giappone è immergersi in una cultura unica nel suo genere, non paragonabile ad altre.

In questo caso, Matsumoto ci descrive la vita di un funzionario di un ufficio del ministero dell’agricoltura, Asai Tsuneo il quale, mentre sta partecipando a una cena ufficiale con alcuni industriali a Kobe, riceve una telefonata urgente nella quale gli viene comunicato che sua moglie Eiko è stata colta da infarto ed è morta.
Se non è così strana – almeno al principio – questa morte improvvisa, visto che la donna soffriva di cuore, lo è di più sapere del luogo in cui è avvenuta, quartiere molto lontano dalla sua abitazione, a due passi da un albergo a ore. Cosa ci faceva lì? E chi avrebbe dovuto incontrare?

Se dovessi inserire un titolo a questa recensione, credo sarebbe: “Come scrivere un ottimo noir senza investigatori, commissari, ispettori o poliziotti.”
Il morto, anzi la morta, c’è. L’indagine anche, e chi la conduce pure: lo stesso Asai.
Partiamo dal rapporto tra marito e moglie: un legame tiepido, direi infreddolito, nel quale i momenti intimi della coppia sono ormai scomparsi, frutto di una routine familiare. Ma anche dei problemi cardiaci di Eiko, anche se appaiono più una scusa per non concedersi al marito.
Lei aveva trovato nella composizione di haiku la sua vena creativa, lui cercava di crearsi una posizione in ambito lavorativo.
La sua attività di consulente per la trasformazione dei prodotti
Tutte le energie venivano investite nel lavoro al ministero, assisteva fedelmente i superiori, si mostrava sempre gentile, voleva essere preso come punto di riferimento dai suoi colleghi per le competenze sulla trasformazione alimentare.

Può un innocuo funzionario, paziente e accondiscendente, morigerato e, come diremmo noi, quasi zerbino di moglie e colleghi, trasformarsi in un uomo sospettoso, violento e vendicativo?
Non sono proprio le persone con queste caratteristiche che ci stupiscono di più?

Come ho scritto all’inizio, attraverso la scrittura di Matsumoto si focalizzano le dinamiche della società nipponica, un uso delle tradizioni, dei rituali come inchinarsi come forma di saluto, consegnando il proprio biglietto da visita. Il rispetto dei propri superiori mostrando sempre una sorta di remissività, ma che cela una frustrazione latente, da non mostrare mai, un’affettazione convenzionale.
Ciò che mi stupisce maggiormente è quella velatura di perbenismo, che non è tutta falsità. È come se i giapponesi amassero il controllo di se stessi e degli altri, come se avessero timore di lasciarsi andare. “Un posto tranquillo” non ha nulla di tranquillo: non lo è il protagonista, non le relazioni interpersonali, non l’economia del paese, con il settore alimentare in crisi e il futuro delle coltivazioni sempre più nero.

L’autore era già riuscito a intrigarmi con “Tokyo Express” e “La ragazza del Kyüshü” e invoglia alla lettura proprio per comprendere meglio le dinamiche di questo popolo complesso e a volte incomprensibile. Matsumoto, da sempre attento alle tematiche sociali riesce, attraverso la pennellata di pochi personaggi, a dimostrarci quanto la scrittura non abbia bisogno di trame complesse e voli pindarici per costruire un romanzo perfetto. Non fatevi però ingannare dalla semplicità… Perché proprio la semplicità riesce a camuffare meglio quel sottile velo ipnotico che si cela dietro “Un posto tranquillo”.
Ho letto che sono stati tratti 19 film dai suoi romanzi, due speciali televisivi dedicati ai suoi racconti, e una serie televisiva basata su “Come sabbia tra le dita”. Il tutto inedito in Italia, davvero un gran peccato.

Cecilia Lavopa


Lo scrittore:
Seicho Matsumoto (Kytakyushu, Giappone, 1909-1992) esordisce negli anni Quaranta con alcuni racconti storici; dal 1955 si dedica al giallo e nel
1957 pubblica La morte è in orario, poi ripubblicato con il titolo Tokyo Express. Come sabbia tra le dita (1961) è l’altro suo grande successo. Ha scritto più di trecento romanzi ed è considerato “il Simenon giapponese”.