Andrei Kurkov – L’orecchio di Kiev

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Editore Marsilio / Collana Farfalle I Gialli
Anno 2024
Genere Giallo
288 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Claudia Zonghetti


L’Impero russo è caduto, gli altri imperi continentali europei presto lo seguiranno, l’Armata rossa di Trockij avanza. È il 1919 e Kiev, la cosmopolita e poliglotta capitale culturale, si trova, di nuovo, al centro della storia e delle brame degli uomini. Le strade della metropoli sono sicure a giorni e ore e minuti alterni, la fortuna e la pace seguono i movimenti di signori della guerra, criminali, atamani, truppe sovietiche e governi in esilio in campagna o sui treni. Quando un gruppo di cosacchi in ritirata incontra Samson e suo padre la fortuna finisce. L’anziano contabile viene ucciso e il protagonista perde un orecchio. Così Samson prova a rimettere e tenere insieme i pezzi della propria vita, in senso non solo figurato, e si ritrova ad essere arruolato nella milizia. L’ordine pubblico, la giustizia, del popolo o meno, sono un bene per nulla assodato e uno stipendio, o delle tessere per accedere alla mensa, sono ben gradite. Da ragazzo e studente a uomo e poliziotto, Samson Kolečko comincia con un caso, un incontro bizzarro, un dialogo brillante dopo l’altro, a portare ordine e senso in quello che è una città, un paese, un mondo nel caos.

Un sospiro e si allontanò. Si sedette alla scrivania del padre. Aprì il cassetto in alto a sinistra. Prese il passaporto di famiglia, quello in cui erano tutti e quattro. Tutti insieme nella stessa foto. Data di emissione: 13 febbraio 1913. Il padre l’aveva richiesto sognando un viaggio in Austria-Ungheria a passare le acque. E invece addio Austria-Ungheria, addio Impero russo e addio papà. Restava solo il passaporto.

E mentre la lettrice e il lettore seguono Samson imparare a sparare, indagare furti e personaggi che sembrano sempre più parte di un piano più grande, una vera e propria cospirazione in un mondo in di ideologie e intrighi si confondono e competono, intorno, oltre la trama, è Kiev stessa che si svolge. La città è il palco di una comunità che sopravvive e resiste, temprata da continui shock e paradossi. Chiaroscuri che seguono le disavventure delle forniture elettriche e alimentari, in appartamenti e palazzi dove mantenersi sazi e al caldo sono attività che occupano il tempo dei personaggi ma che non ne annienta la luce. Tutti e tutte, in qualche modo, più o meno tragico e spesso tragicomico, brillano. Andrei Kurkov ha la capacità di immettere odori e colori anche a un paio di stivali che passano di proprietario in proprietario, in uno squarcio su un tempo non consumista, dove cose e persone, anche in un periodo buio come quello del romanzo, restano e lottano per restare. Questa forza che è narrativa e metaforica entra in oggetti che diventano speciali, in qualche modo, fantastici e importanti, come l’osso d’argento o l’orecchio tagliato, ma per nulla perduto, di Samson. Con questo romanzo comincia il cammino del suo investigatore protagonista: deve combattere crimini comuni ed orrori della Storia. Mentre è in corso una competizione per disumanizzare, per essere l’eroe di cui Kiev ha bisogno, il buon e sempre più acuto Samson deve avere tutto l’aiuto possibile e soprattutto rimanere umano.

Lo scrittore Andrei Kurkov, uno di quegli uomini e donne in libertà solo perché l’invasione russa dell’Ucraina è fallita, in questo suo primo giallo storico conferma quella che è la sua cifra autoriale: uno sguardo ironico e curioso sempre, against all odds.

Antonio Vena


Lo scrittore:
Andrei Kurkov (1961). Autore pluripremiato tradotto in quarantadue lingue e pubblicato in sessantacinque paesi, tra i cinquanta più importanti scrittori del mondo per Lire, è nato nella regione di Leningrado e ha sempre vissuto a Kiev. Ha studiato lingue (ne parla correntemente undici) e scrive in russo. Ha lavorato nella redazione di un quotidiano ed è stato guardia carceraria durante il servizio di leva a Odessa; successivamente, ha fatto il cameraman e ha firmato diverse sceneggiature. Oggi lavora per la radio e la televisione ed è il presidente di PEN Ucraina. È un appassionato collezionista di cactus.