Che la letteratura noir argentina sia la più importante dell’America Latina, insieme forse a quella messicana, non è una novità. Ed è una narrativa di grande interesse sia dal punto di vista della qualità dei suoi autori, sia a livello per così dire quantitativo, perché a dispetto di un mercato editoriale interno asfittico, ogni anno produce un notevole numero di eccellenti opere gialle, noir e poliziesche. Per ogni autore argentino l’obiettivo è chiaro: arrivare alla ricca editoria spagnola, che di fatto controlla il mercato mondiale delle opere nella lingua di Cervantes e quindi è alla costante ricerca di nuovi soggetti.
Non è quindi un caso che nelle ultime settimane due autori argentini abbiano ottenuto importanti affermazioni internazionali, che aprono loro nuovi scenari.

Guillermo Saccomanno ha vinto il Premio Alfaguara 2025, uno dei riconoscimenti più importanti non solo della Spagna ma dell’intera editoria di lingua iberica. Il suo romanzo, Arderá el viento (Il vento brucerà, ndt), è risultato il migliore tra oltre 700 manoscritti arrivati a Madrid da tutto il mondo (322 dalla Spagna, 93 dall’Argentina, 110 dal Messico, 89 dalla Colombia, 38 dagli Stati Uniti, 27 dal Cile, 25 dal Perù e 21 dall’Uruguay). La partecipazione era anonima e Saccomanno ha spedito il suo romanzo sotto lo pseudonimo di “Jim”, in onore al famoso Lord Jim di Joseph Conrad. Arderá el viento sarà pubblicato il 20 marzo 2025 in tutti i paesi di lingua spagnola in cui è presente il gruppo editoriale Penguin Random House, che detiene il marchio Alfaguara. Inoltre al vincitore del premio andranno centosessantottomila euro.
Il secondo riconoscimento internazionale riguarda un autore di cui abbiamo già scritto proprio su questo sito, Nicolás Ferraro, già vincitore nel 2022 del premio Dashiell Hammett alla Semana Negra di Gijòn, in Spagna. Ferraro è finalista al Premio Edgar 2025, il più importante concorso per autori polizieschi degli Stati Uniti, dedicato allo storico precursore del genere, Edgar Allan Poe. Unico tra i sette finalisti a non essere di madrelingua inglese, lo scrittore di Buenos Aires concorre con My Favorite Scar, traduzione americana dell’opera in spagnolo Ámbar, uscita nel 2021 per l’argentina Editorial Revolver e in seguito pubblicata anche in Messico, Stati Uniti (Soho Press) e ora anche Germania (Pendragon).
Chi sono questi due autori, non del tutto sconosciuti alla nostra editoria, ma che in Italia finora hanno avuto una diffusione marginale? Nato a Buenos Aires nel 1948, Saccomanno è uno degli scrittori argentini contemporanei più noti e apprezzati, anche se è arrivato alla letteratura solo in un secondo tempo. Da giovane ha iniziato come sceneggiatore di fumetti e ha collaborato con alcuni tra più grandi fumettisti del suo paese (Carlos Trillo, Alberto Breccia, Horacio Altuna, Gustavo Trigo e Arturo del Castillo).
Il suo nome è noto anche da noi per aver lavorato a lungo per la rivista Skorpio; e nel 1977, alla scomparsa di Hector Oesterheld (il creatore de L’Eternauta), Saccomanno ha proseguito la serie e ne ha creata un’altra di grande successo, El condenado, disegnata da Domingo Mandrafina e pubblicata in Italia sempre da Skorpio.
A partire dalla metà degli anni Ottanta, Saccomanno si è dedicato al romanzo noir e poliziesco, scrivendo oltre dieci opere. Alcune di queste sono arrivate anche in Italia, tradotte da Marco Tropea Editore (77 e L’uomo che non sapeva dove morire, usciti nel 2010 e 2011). Ha scritto anche la sceneggiatura di due film, usciti in Argentina lo stesso anno, il 1997: Bajo bandera e 24 horas. Pur non essendo un romanzo apertamente poliziesco, in Arderá el viento si respira un’intesa atmosfera noir. È la storia di una coppia eccentrica e ambigua che si trasferisce in una piccola città turistica sulla costa argentina, dove comincia a gestire un vecchio albergo. Insieme ai loro due figli, una femmina e un maschio più inquietanti ed enigmatici di loro, produrranno negli abitanti del paese l’effetto di una cellula malata che si insinua nelle crepe della piccola società e ne distrugge la dinamica quotidiana, apparentemente tranquilla. La coppia si rivelerà un amplificatore dei pregiudizi, dei desideri nascosti, delle superstizioni, delle paure e della violenza latente di molti abitanti della cittadina. Una tensione che i giurati del Premio Alfaguara hanno paragonato agli scenari claustrofobici di David Lynch.
Nato nel 1983, Nicolás Ferraro è di origine italiana, è laureato in disegno grafico e lavora alla Biblioteca Nacional Mariano Moreno di Buenos Aires. Oltre a molti racconti ha pubblicato i romanzi Dogo (2016), Cruz (2017), El cielo que nos queda (2019) e appunto Ámbar, uscito in Argentina nel 2021 e poi pluritradotto. Non in Italia, però. Dove invece nel 2022 è stato tradotto e pubblicato da Parallelo 45 Edizioni il romanzo precedente, con il titolo Quel che resta del cielo. Purtroppo ha avuto una diffusione limitata, pur essendo un’opera eccellente (qui la recensione di Contorni di Noir: https://contornidinoir.it/2023/08/nicolas-ferraro-quel-che-resta-del-cielo/).
Ora con My Favorite Scar Ferraro concorrerà per l’importante premio organizzato dall’associazione Mystery Writers of America, istituito nel 1955 per premiare i migliori scrittori di gialli pubblicati negli Stati Uniti. Nel corso del tempo il riconoscimento è stato assegnato ad autori di grandissimo livello come Stephen King, Agatha Christie, Ed McBain, Ruth Rendelll, P.D. James, Michael Connelly, Ken Follett, Jeffery Deaver e molti altri.
A questo punto la domanda sorge spontanea: ci sarà qualche editore che accetterà la sfida di portare al pubblico italiano questi due autori di assoluto valore e di tradurre i due romanzi che si stanno affermando a livello mondiale?
Giorgio Ballario