Karin Brynard – Terra di sangue

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Editore E/O Collana Dal Mondo
Anno 2018
Genere Thriller/Noir
544 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Silvia Montis

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Siamo ai confini del deserto in Sudafrica. Nella fattoria di Huilwater viene commesso un efferato omicidio, quello di Freddie Swarts, proprietaria della fattoria, e di Klara Boois, la bambina che viveva con Freddie e per la quale la donna aveva avviato le pratiche di adozione. A seguire le indagini l’ispettore Albertus Markus Beeslaar. L’ispettore arriva dalla Squadra Omicidi e Rapine di Johannesburg.

Ma niente di tutto questo lo irritava quanto il fatto che avesse ancora difficoltà a orientarsi da quelle parti: vero ragazzo di città, non riusciva a sentirsi a proprio agio in quel mondo di allevatori, bestiame e strade serrate, sabbia e serpenti e caldo infernale senza aria condizionata. Aveva fatto appena in tempo ad arrivare – beandosi di essere approdato a un tranquillo impiego in una pacifica zona sperduta – che la merda aveva iniziato a volare in ogni direzione. Era capitato nel mezzo di un’ondata di furti di bestiame senza precedenti.” … “E poi, appena due settimane prima, due braccianti erano stati barbaramente uccisi a Vaalputs. Dovevano aver sorpreso i ladri in flagrante… E lui, Albertus Markus Beeslaar, si girava i pollici come un idiota. Con tutti gli occhi puntati addosso – era quello nuovo, con tanti anni di esperienza… Senza la più pallida idea della prossima mossa da fare.”

L’ispettore, quindi, è totalmente preso dai furti di bestiame che imperversano nella zona quando avviene il delitto e il suo dubbio feroce è che le vittime potevano essere ancora vive se fosse riuscito in tempo a fermare i ladri di bestiame. Almeno inizialmente si pensa che le due vittime siano state uccise proprio dai ladri di bestiame, in realtà le indagini porteranno ad altre macabre conclusioni.

Sara Swarts è la sorella di Freddie. Sara vive a Città del Capo ed ha viaggiato tutta la notte dopo aver saputo della terribile morte di sua sorella. Sara e Freddie sono nate nella fattoria di Huilwater. Due anni prima Sara in seguito ad una discussione con sua sorella ha deciso di lasciare la fattoria e andare via “Quello che voglio dire è che io e mia sorella avevamo più o meno litigato due anni fa e io … da allora non ci siamo più sentite. Mentre deglutiva riuscì a sentire il suono della propria saliva. Adesso le sembrava ridicola, quella rabbia nei confronti di Freddie per aver convinto Pà a rifiutare le cure ospedaliere, a restare alla fattoria. Ma a quel tempo le era parsa giustificata, legittima. Ora, di colpo, sembrava patetica. Davvero egoista. Si rese conto di aver avuto soltanto paura, di non aver voluto affrontare la morte del padre. Era scappata quando tutti e due, Freddie e papà, avevano bisogno di lei.

Lei è partita e di sua sorella da due anni non sa più nulla. I rimpianti e le mortificazioni per il tempo perso avranno il loro peso. Tornare e sentirsi un’estranea. E’ già abbastanza devastante subire un lutto così atroce, per la stretta parentela e per il modus operandi, ma al dolore si aggiunge il dover fare i conti con se stessi, pensare a quanto sia stato inutile e insensato non interagire più con la propria sorella, non saper più nulla l’una dell’altra. Tornare e doversi chiedere chi odiava tanto sua sorella e la piccola Klara, tanto da ucciderle.

Anche l’ispettore ha qualcosa che gli devasta l’animo, avvenimenti legati al suo recente passato e associati alla sua professione. Avvenimenti che ritornano nella sua mente e che gli procurano dei veri e propri attacchi di panico. Convivere con quella parte di se stessi che ha fallito non è per nulla semplice, significa guardarsi dentro e non riuscire a perdonarsi. I misteri che dovrà sciogliere sono molteplici, resi ancora più difficili dalla reticenza delle persone che gravitano nella vita personale e sociale di Freddie. Al tutto poi va aggiunto il contesto e il luogo dove si svolgono le vicende. Siamo in Sudafrica.

Non si può non pensare ai fortissimi contrasti vissuti tra bianchi e neri, ma anche tra etnie varie in una terra così bella che, in contrasto alla bellezza, è stata testimone di tante brutture, come solo noi umani possiamo creare. Un romanzo che tocca le corde della disuguaglianza e intriso dell’acredine degli uomini. Una storia che, a fine lettura, sembra pesare ancora di più per il numero delle pagine – la bozza era oltre le mille pagine – che a mio avviso potevano essere sfrondate ulteriormente. L’autrice ha voluto dilungarsi un po’ troppo in alcune parti. Così come il numero degli altri protagonisti, non sono riuscita a focalizzarli tutti per bene. Una prova che non mi ha conquistata del tutto – forse un po’ troppa carne al fuoco – e uno stile che non mi ha appassionata più di tanto – forse la mancanza di un collante che rendesse uniforme ed omogenea la trama -.
Considerato però che la figura dell’ispettore è piuttosto interessante, spero in un suo ritorno all’interno di una nuova storia.

Cecilia Dilorenzo

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La scrittrice:
Karin Brynard è nata a Koffiefontein, in Sudafrica, nel 1975. È autrice dei romanzi Plaasmoord (Terra di sangue) e Onse vaders (I nostri padri) e vincitrice di diversi premi letterari, tra cui il Debut Prize della University of Johannesburg e due M-Net Award. Giornalista politica e d’inchiesta ha lavorato a lungo per il settimanale Rapport come corrispondente per la politica estera. Vive a Stellenbosch. È oggi, uno dei più importanti autori di Penguin South Africa.