Paolo Nori – Che dispiacere

1819

Editore Salani Editore / Collana Romanzi Salani
Anno 2020
Genere Giallo
256 pagine – brossura e epub


Da qualche parte dobbiamo pur cominciare e quindi scegliete la vostra che io parto da questa. Parto da metà per arrivare a mèta, schivando tutte le avversioni e avversando tutti gli schivi, quelli che pur di non dir nulla stanno sulle loro e mi stanno sulle mie. Nori, che se lo anagrammi è Noir, cade a fagiuolo ovvero rimbalza nell’ovatta inumidita per poi mettere radici nella nostra fantasia di lettori e darle un contorno. Così ti fai blandire, perché Marlon Blando piace sempre, e parti a leggere tutto di filato, un vero e proprio macramè di vicende in cui tutto è double-face un po’ come il numero civico che se vieni da destra è 24, ma se arrivi da sinistra è 42. E allora, cercate di starmi dietro – per starmi davanti dovreste essere voi a pedalare – in questa recensione-affabulazione-consustanziazione (e potrei proseguire con tutte le parole che so in -zione), fatta allo stile del Bergonz(i)one per celebrare quello che di Noir c’è in Nori. E come dice appunto lo Zione Bergo: “lo scrittore è uno scritturato e c’è un tempio, tra le tempie“.

Ok, magari no, non tutta la recensione la facciamo così perché altrimenti qualcuno di voi poi protesta con la mia capa e allora vengo messo a mondare fagiolini come la moglie del Lamborghini (così vi incuriosisco). Non sono tanti, anzi molto pochi, coloro che sono in grado di scrivere un giallo – lieve, intendiamoci, ma pur sempre un giallo – con quella solarità che di solito a un giallo manca. I personaggi, seppur presi e invischiati nelle intercapedini delle loro quotidianità ricolme d’incompletezza, sono comunque aperti, non reclinati a subire. Ognuno a suo modo interagisce con il resto del mondo, anche quando questo modo è fatto di poche cose o pochi spazi, come un bar – ad esempio – riuscendo così nell’impresa di diventare personaggio a tutto tondo, non solo figurina adesiva messa sul fondale. Barigazzi o “Ivan Prini”, il nostro protagonista principale, e tutto il consesso di corredo – Marzia “Ma Gerusalemme?”, Stefania “meglio un salame del maiale”, Lamborghini “e l’aloe” e potrei continuare, perché Nori/Noir accoppia a ciascuno una maschera, ma non una di quelle con cui fingi, ma una che dici “è proprio la tua”. Così ogni personaggio porta in scena sé stesso e si porta dietro tutti quelli che gli assomigliano, perché ci rendiamo conto, leggendo, di quanti conosciamo che hanno “quell’andazzo lì” (ndr: ci saranno espressioni bolognesi sparse qua e là, occhio), quel modo di fare, pensare, raccontare le cose, ragionare di sé e degli altri. Rideremo tutti, sogghigneremo a dirla bene, perché ci riconosceremo in modi e manie. E nel frattempo ci troveremo a ben oltre la metà del libro.

Cos’è “Che dispiacere”? E’ un giallo che mi immagino raccontato dal Lucarelli imitato da Fabio De Luigi e già per questo me lo rileggo. Vita quotidiana in una città che vorrebbe essere città, ma è paesone (la mia Bologna), con una virata gialla che complica le cose. Un mondo e un modo bolognese raccontate da uno di Parma, che abita a Casalecchio di Reno, ma che ci azzecca in ogni parola, descrizione, colore, luce ed ombra. Perché le ombre ci sono – e se uno si sofferma a pensarci sono anche terribili – ma poi spariscono quando ti arriva un messaggio del tipo “Ascolta, pillolone, io stanotte ho la casa libera, tu cosa fai, stanotte, della tua vita insignificante?”

Dovete leggere Nori/Noir. Perché ridere leggendo un giallo è una delle cose migliori che vi possano capitare. Pilloloni.

Michele Finelli


Lo scrittore:
Paolo Nori è nato a Parma e abita a Casalecchio di Reno, vicino a Bologna. È uno fra gli scrittori più noti del panorama letterario italiano. Tra i suoi titoli ricordiamo Bassotuba non c’è, Grandi ustionati, La piccola Battaglia portatile, Siamo buoni se siamo buoni, I russi sono matti. Tra le sue traduzioni: Un eroe dei nostri tempi di Michail Lermontov, Anime morte di Nikolaj Gogol’, La morte di Ivan Il’ič di Lev Tolstoj, Oblomov di Ivan Gončarov, Mosca-Petuškì di Venedikt Erofeev. Per Salani ha curato la prefazione del Maestro e Margherita di Bulgakov nei Classici e ha pubblicato nel 2018 La grande Russia portatile.