Brian Freeman – Il rumore del silenzio

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Editore Piemme
Anno 2023
Genere Thriller
384 pagine – rilegato e e-book
Traduzione di Alfredo Colitto


“Le persone mentono. Su tutto. Mentono per proteggersi. Mentono anche se in gioco c’è la vita del loro figlio”.

Ci sono romanzi che vorresti non arrivassero mai alla parola Fine. A me è accaduto con questo. Qualcuno potrà pensare: “Ma è solo un giallo.” No. E’ un giallo vero, ma molto di più, nel complesso, e cercherò di spiegarlo.
Se un lettore è appassionato di storie gialle (e io lo sono) già questo argomento era intrigante; quando la vicenda è intrisa di sentimento, non banalmente (solo) d’amore fra un uomo e una donna, ma in senso lato, allora il romanzo si può definire completo.

Lo sceriffo Tom Ginn, in una gelida notte invernale, vede un gufo delle nevi appollaiato su un ramo. Animale raro e bellissimo. Poco dopo trova una neonata abbandonata e matura la convinzione che l’apparizione di quel gufo sia come un…presagio.
La bambina, che chiamerà Shelby Lake (come il nome del lago dove la trovò) diventerà sua figlia. Sono trascorsi oltre vent’anni e Shelby Lake è diventata vice sceriffo, seguendo le orme dell’amato padre adottivo.
Un giorno vede un gufo delle nevi e, memore dell’accaduto al padre, ha la certezza profonda e inspiegabile che un bambino, da qualche parte, abbia bisogno di lei. Infatti poco dopo arriva la notizia della sparizione di un ragazzino del paese. Jeremy, dieci anni, è scomparso nel nulla dopo essersi allontanato dal fratello maggiore e si è trovata solo la sua bicicletta abbandonata.

Tutto il paese si mobilita. Quando neppure lo sceriffo Tom e la figlia riescono ad avere risultati, viene loro in aiuto anche una squadra speciale dell’FBI. La ricerca è faticosa e dolorosa. Durante l’indagine, infatti, non solo conosciamo la varie persone del paese legate in qualche modo alla vita del piccolo Jeremy, dei suoi genitori, ma anche amici, vicini, conoscenti. Ciascuno ha i suoi problemi, e soprattutto i suoi segreti.
Un romanzo corale, insomma. C’è chi ha tradito, chi ha nascosto rivelazioni importanti; tutti hanno mentito, in qualche modo. Si mente per tanti motivi: per nascondere gesti o attività poco edificanti; per salvare un rapporto magari già pericolante; per non guastare il proprio “volto” pubblico; per vergogna.

Il romanzo perde quindi la propria connotazione di “giallo” per diventare romanzo psicologico, anche. L’amore tra padre e figlia è narrato in ogni pagina di questa storia. Commovente rapporto che, nato per caso in una notte invernale, si è cementato negli anni come e più di un legame di sangue. Al momento dei fatti narrati, è ancora più tenero e profondo, perché Tom sta lentamente ma inesorabilmente per essere catturato dall’Alzheimer – ne ha le prime avvisaglie – e Shelby ne segue angosciata il decorso. Che accadrà dopo? Quando lei non sarà più in grado di gestirlo?
Domanda angosciosa che sicuramente sono in molti a porsi, nella famiglie colpite da quel morbo.

Un altro tipo di amore è quello fraterno che lega Shelby alla cara amica Trina, madre di Anna – l’amichetta “del cuore” di Jeremy. Anna sa qualcosa ma è una tomba; nessuno riesce a estorcerle il suo segreto. Quando Trina muore di malattia, sarà Shelby a occuparsi di Anna, come se fosse una figlia: qui ritorna l’amore, materno stavolta, che viene non dal sangue, ma dal cuore. Tanti bei ritratti; momenti di vita, ricordi; confronti anche dolorosi tra generazioni diverse e difficili da incontrarsi.
“A volte, è più facile trovare i morti che i vivi”. È un’amara frase pronunciata da Shelby, e riferita ad Anna, che sente lontana da lei.

Ci sono poi, a mio parere, due “protagonisti” speciali, in questo romanzo per me bellissimo. Una è l’ursulina, un mostro immaginario – qualcuno nel paese diceva reale – che tutti cercano e temono, e nessuno ha mai visto. Leggende, direte. È vero, però in questa storia è presente sempre, nell’immaginario collettivo, nelle ricerche dei bambini, nelle paure della gente. Anche Jeremy e Anna la cercavano sempre, nelle loro scorribande, chissà…
Il secondo protagonista, Guest star, è il gufo delle nevi, bianco, maestoso e severo, che in questa vicenda ha un ruolo misterioso: portatore di eventi, lieti o tristi che siano. Qualcosa di magico, di soprannaturale, ma tanto affascinante! Si comprende come il romanzo mi sia piaciuto tanto?
Consigliatissimo.

Rosy Volta


Lo scrittore:
Brian Freeman, nato a Chicago nel 1963, è un autore amatissimo anche in Italia, dove ha avuto Giorgio Faletti fra i suoi principali ammiratori. È uno dei maggiori autori americani di thriller, in Italia ha publlicato Immoral (Piemme, 2006), che ha vinto il Macavity Award come miglior opera prima, Il veleno del sangue (Piemme, 2013), vincitore degli International Thriller Awards, La ragazza di pietra (2014), Ai morti non dire addio (2016) e La donna che cancellava i ricordi (Piemme, 2017), che inaugura una nuova serie, con un nuovo protagonista, il tormentato detective Easton. Ha scritto anche: Il giorno più buio (Piemme, 2018), La verità sbagliata (Piemme, 2019) e Doppia identità (Piemme, 2020). Scritto precedentemente con Robert Ludlum è uscito nel 2021 Bourne. Bersaglio in movimento (Rizzoli).